VideoSe chi sfrutta i migranti è una loro sorella
La maggior parte dei migranti africani approda sulle coste italiane: ed ecco che l'Italia è giocoforza è la terra in cui vengono ambientate le storie di migranti sia che il regista sia Matteo Garrone (Io, capitano), sia si chiami Daniel Espinosa, lavori a Hollywood, sia nato in Svezia ma abbia origine cilene e questo tema lo tocchi particolarmente perché il padre è stato un rifugiato.Esce nelle sale il 18 luglio il suo Madame Luna, un film che affronta la tragedia dei migranti da una inedita posizione: quella degli sfruttatori, africani anch'essi, in un certo senso forse anche loro delle vittime, se si va oltre l'apparenza e si indaga sulla loro storia. In questo caso si tratta di una donna, l'angolaziomne è ancora più originale. La protagonista di Madame Luna è una donna eritrea che sbarca con altri migranti in Calabria e dopo un'inutile tentativo di fuga finisce in un centro di accoglienza a Lamezia Terme. Non è una migrante qualsiasi, è una degli scafisti, e grazie alla sua scaltrezza e alla conoscenza di tante lingue, sa ottenere la fiducia dei migranti delle più diverse provenienze. Se le forze dell'ordine capissero quale è il suo ruolo, la incarcererebbero: per questo cerca disperatamente aiuto telefonando in Libia. Ma di fatto deve cavarsela da sola. E allora torna a fare quello che faceva laggiù, la mediazione tra i poveri migranti e chi li vuole sfruttare. Stavolta alcune cooperative che fanno lavori agricoli o edilizi e che propongno agli operai una paga di 15 euro per una giornata di duro lavoro, mentre loro si arricchiscono anche grazie ai politici corrotti e vogliono guadagnare sempre di più...