Le saetas (dal latino sagitta, freccia) sono canti religiosi tradizionali interpretati soprattutto durante le processioni della Semana Santa, la settimana santa, specialmente in Andalusia, soprattutto a Siviglia, Granada e Jerez de la Frontera, e in alcune zone dell'Estremadura, della Castilla-Mancha e a Murcia.
Nel secolo XIX, Antonio Machado Alvarez, scrittore ed etnografo spagnolo, definiva le saetas come "canzoni che soprattutto il Giovedì e il Venerdì Santo riportano alla memoria del popolo alcuni passaggi della passione e morte di Gesù Cristo, come frecce lanciate al cuore dei fedeli".
L'origine pare essere araba e insieme ebraica e si ispira ai canti processionali dei missionari francescani nei secolo XVI e XVII. Le saetas cantate sono entrate dal secolo XIX a fare parte della tradizione del flamenco. Le saetas si dividono in due stili: seguiriyas, le più note e struggenti, e carceleras, dal carattere più allegro.
Le saetas vengono cantate anche dai più grandi cantanti di flamenco al passaggio delle immagini sacre della Settimana Santa, durante le stazioni, spesso da un balcone già allestito o allo stesso modo, sulle piazze e da balconi in modo improvvisato. Quando comincia a sentirsi il canto della saeta, mentre gli assistenti cercano di individuare il luogo da cui proviene la voce, i costaleros (i portatori a spalla delle immagini della Madonna e del Cristo morto o crocefisso) si fermano. Il "saetero", come dicevamo, può essere stato giò coinvolto da una delle confraternite religiose, oppure essere un devoto spontaneo desideroso di mostrare la sua arte e la sua devozione.
Per la celebrazione della Pasqua e nell’ambito della programmazione in onore del IV centenario di Plaza Mayor, il balcone della Casa de la Panadería di Madrid diventerà un palcoscenico per quattro cantaoras andaluse che eseguono questo tradizionale palo flamenco che viene cantato al passaggio delle statue durante le processioni.
Attraverso la saeta, in cui coesistono la tradizione, il sentimento, la modernità e la fede, il flamenco si reinventa e presenta questo omaggio alle grandi voci femminili di 100 anni fa, come la Niña de la Alfalfa, La Niña de los Peines, La Serrana e La Paquera de Jerez, cantaoras che si sono distinte per la loro particolare interpretazione del cante por saeta.
A rilevare loro il testimone, figurano Encarna Anillo di Cadice, che ha collaborato con cantaores del calibro di Carmen Linares e Duquende e bailaores come Farruquito e Israel Galván, la cantaora di Huelva Macarena de la Torre che lavora regolarmente con Arcángel e Manolo Sanlúcar e ha inciso con artisti come Falete e Jorge Drexler, e Sandra Carrasco, anche lei di Huelva, che ha effettuato tour mondiali per tre anni insieme ad Anouskha Shankar, figlia di Ravi Shankar, con varie tappe in Europa, Asia e America. Parteciperà anche la sivigliana Eva Ruiz “La Lebri”, semifinalista in varie edizioni del Concorso Internazionale del Cante de Minas de la Unión, che ha lavorato con José Mercé e vari bailaores, tra cui Jesús Carmona.
In questo evento, le quattro artiste eseguiranno saetas di una durata compresa tra 3 e 5 minuti al passaggio di ciascuna statua della processione.