Il partito islamico Ennahdha perde le elezioni e accetta la sconfitta. Dalle seconde elezioni democratiche in tre anni in Tunisia, una speranza per il Medio Oriente.
La guerra è diventata lo strumento peggiore per risolvere le crisi politiche di qualunque genere. E non c'è guerra, da Gaza all'Ucraina, dall'Irak alla Siria, che non abbia reso ancor più crudele e difficile la situazione.
Morti a centinaia negli scontri tra esercito e guerriglieri islamisti. Una questione interna all'Egitto che riguarda, però, anche i palestinesi di Gaza e Israele.
Nel 2012, oltre 105 mila cristiani sono stati uccisi, per la maggior parte nei Paesi islamici. Il problema non è l'islam ma l'islamismo. Intanto, però, la convivenza diventa sempre più difficile.
Il vero rischio, ora, è un'alleanza tra i gruppi armati di Boko Haram (Nigeria), Al Shabaab (Somalia) e Al Qaeda del Maghreb. Parola dei generali americani.
Il candidato dei Fratelli musulmani Mohamed Morsi è il grande favorito alla presidenza del Paese. Le incognite del rapporto con i cristiani copti: parla padre Samir Khalil Samir.
In Nigeria due attentati terroristici hanno colpito due chiese provocando numerosi morti. In Tanzania tre chiese sono state distrutte a fine maggio e ora i fedeli chiedono giustizia.
Ennahdha, il partito islamista moderato guidato da Rachid Ghannouci, vince oltre le previsioni. Ma non potrà controllare il Parlamento. La sorpresa "laica".