Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 25 gennaio 2025
 
manovra 2025
 

Bordignon: «Gli interventi sono positivi, ma per le famiglie non c’è il salto di qualità»

09/01/2025  Equità fiscale, ampliamento del congedo parentale; bonus nido, bonus bebè e bonus mamme. Tutti segnali che meritano un plauso ma che non bastano per affrontare lo squilibrio demografico che sta segnando la storia del nostro Paese (di Adriano Bordignon)

di Adriano Bordignon, presidente del Forum Associazioni Familiari

Mettere al mondo un figlio è una bellissima avventura che riempie di senso la vita dei genitori e che contribuisce a innervare di speranza e di futuro il Paese. Tuttavia non è una passeggiata e metter su famiglia, fare i genitori, tenerla unita e coesa nelle diverse stagioni della vita per favorire il pieno sviluppo delle potenzialità di ognuno è un compito impegnativo e oneroso. Dati alla mano la famiglia e il desiderio di genitorialità sono un patrimonio ancora vivo e potente nel nostro Paese ma il contesto e le storiche “sviste” verso i veri bisogni e i profondi desideri delle famiglie mettono le famiglie, e in particolare quelle più giovani, di fronte particolarmente irto di difficoltà. La denatalità italiana, più grave di quella di altri paesi UE, ne è una cartina tornasole.

Nella Legge di Bilancio 2025 si possono osservare dei passi in avanti interessanti ma, come ha sottolineato il Ministro Giorgetti, di fronte all'enormità della sfida demografica e alla necessità di offrire alle famiglie rinnovati strumenti per crescere ed educare le nuove generazioni c'è ancora molto da investire.

La più grande attesa rispetto alla finanziaria di questo anno era rivolta anzitutto allo sviluppo di passi significativi verso una fiscalità più aderente al principio di equità fiscale previsto dall’articolo 53 della Costituzione – “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” - e quindi considerando adeguatamente anche la numerosità dei nuclei familiari. In tal senso si può notare l’introduzione di una tax-unit familiare. Una specie di “quoziente familiare inverso” sperimentato per il limite delle detrazioni di imposta che opera sopra i 75.000 euro di reddito. Un passo interessante ma troppo piccolo rispetto le aspettative.

Ci sono altri i segnali positivi. È stato ampliato il periodo di congedo parentale indennizzato all’80% fino a tre mesi complessivi entro il sesto anno di vita del figlio, ma anche qui siamo ancora lontani dai bisogni di presenza e cura ai più piccoli nei primi mille giorni.

È stato rimodellato il bonus per gli asili nido che, per i nati dal 2024 in nuclei con redditi ISEE inferiori a 40.000 euro, il beneficio sarà portato a 3.600 euro e riconosciuto a prescindere dalla presenza di altri figli, estendendo pertanto la platea coinvolta. Nota positiva è l’esclusione dell’assegno unico dal calcolo dell’Isee per l’accesso agli asili nido. Tale esclusione non è stata raccolta in senso più vasto anche se, in corso d’anno, sono state numerosissime le segnalazioni di famiglie in difficoltà che hanno visto schizzare la loro isee per questo motivo, perdendo l’accesso a bonus per i trasporti, le mense, la scuola ma anche per le borse di studio.

Vive perplessità permangono per la introduzione del cosiddetto “bonus bebè” di 1.000 euro, presentato nel testo di legge come strumento per incentivare la natalità, previsto per ogni figlio nato o adottato da gennaio 2025 per famiglie con ISEE non superiore a 40.000 euro annui. Gli studi e l’esperienza evidenziano come tali misure non abbiano alcun effetto natalistico e, pur a seguito di ulteriori informazioni che lo inquadrano come una misura ponte in attesa di definire i destini della procedura di infrazione contro l’Assegno Unico, reputiamo che le risorse avrebbero potuto essere allocate in modo più funzionale.

Positivo il miglioramento del “bonus mamme” nei limiti massimi di spesa di 300 milioni di euro annui, esteso anche alle lavoratrici autonome (a esclusione delle lavoratrici domestiche) – con due e più figli fino al compimento di 10 anni di età. Per i redditi inferiori la misura migliora di poco il netto percepito in quanto già opera la riduzione del “cuneo fiscale”.

Tutto sommato gli interventi in oggetto paiono positivi ma non sufficienti a fare il “salto di qualità” per la vita delle famiglie, della loro stabilità e capacità educativa e, soprattutto, ad affrontare la grande questione dello squilibrio demografico che sta segnando la storia del nostro Paese.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo