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sabato 03 giugno 2023
 
Manovra 2020
 

"Carta bimbi": «Così la montagna ha partorito un topolino»

24/10/2019  Dopo i grandi proclami sull’assegno unico per i figli e le grandi smentite immediatamente successive (il tutto nello spazio di brevi giorni, in questo mese di ottobre), all’interno della manovra sembra essere emerso solo un “piccolo” intervento. Ecco i punti critici di questa proposta

Non sono buone le notizie sulle scelte del Governo nella manovra finanziaria a favore delle famiglie. Con uno slogan: la montagna ha partorito un topolino (anzi, a dire il vero questo topolino era già nato…).

Infatti, dopo i grandi proclami sull’assegno unico per i figli e le grandi smentite immediatamente successive (il tutto nello spazio di brevi giorni, in questo mese di ottobre), stamattina all’interno della manovra sembra essere emerso un “piccolo” intervento. Per le famiglie si dovrebbe finalmente istituire il Fondo per la famiglia, dove dovrebbero essere stanziati 2 miliardi per il prossimo triennio (circa 660 milioni ogni anno), cui potrebbero aggiungersi altri 500 milioni, e il tutto sarebbe finalizzato ad una “carta bimbi”, per offrire sostegno ai costi per gli asili nido, con un assegno graduale secondo il reddito, fino ad un massimo di 400 euro al mese per le famiglie con il più basso reddito. La platea dei destinatari dovrebbe quindi essere una parte (quella più povera) delle famiglie con figli 0-3 anni.  I 2 miliardi peraltro dovrebbero provenire dal riordino di quanto già veniva riservato a questa fascia di età (bonus bebè, bonus nascita, voucher asili nido…). Questa sarebbe la situazione (ma il condizionale rimane d’obbligo, soprattutto per questa manovra – e non solo per le misure sulla famiglia). 

4 punti critici dell'intervento della "carta famiglia"

A questo punto, qualche commento a caldo.

1. Praticamente nessuna risorsa aggiuntiva; ci si limita (doverosamente) a rimettere in ordine quanto già previsto, ma nessuna maggiore risorsa viene reperita. Nessuna “priorità famiglia”, quindi.

2. Ancora una volta un intervento circoscritto, senza universalità e senza impegno strategico rispetto ai tempi: ci si occupa solo della fascia di età 0-3 anni, con risorse limitate, per un solo triennio.

3. È circoscritta anche la finalizzazione, per l’utilizzo di un solo servizio: l’asilo nido. Così, ancora una volta, si tratta di un sostegno deciso dal Governo centrale, e non a sostegno della libertà di scelta delle famiglie; se non li spendi per l’asilo, questo sostegno non ti verrà dato (almeno a quello che è dato di sapere oggi).

4. Ancora una volta il provvedimento ha pesanti limitazioni rispetto al reddito, trasformandosi così da “politica per la famiglia” a “politica contro la povertà” (azione meritoria, ma decisamente differente: ormai dovrebbe essere chiaro anche in Parlamento…). Il provvedimento sembra circoscritto a famiglie a reddito medio-basso, e certamente non può essere considerato un’anteprima “dell’assegno unico”. Che viene esplicitamente rimandato ad altre norme e ad altri tempi. E chissà a quale Governo…

Insomma: sembrava che finalmente la famiglia avesse raggiunto l’agenda delle priorità nel dibattito pubblico, parlamentare e del Governo. Ci si aspettava almeno un segnale concreto, di reale attenzione alla famiglia, che caratterizzasse in modo innovativoquesta manovra finanziaria.Invece ancora una volta – come da troppo tempo, purtroppo – solo briciole, dopo tanta retorica. A questo punto ci si sente quasi costretti a non seguire più il dibattito politico sulla famiglia e le dichiarazioni formali, e piuttosto a limitarsi a leggere le decisioni finali, le scelte concrete, le risorse economiche davvero dedicate alla famiglia. Perché “ a parlare sono capaci tutti (o quasi)”, ma quando si tratta di fare i fatti…

 
 
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