Gli amici mi avvisano: “Guarda che sei finito nelle mani del Papa!”. La foto che gira sui social lo conferma: il libretto che Francesco tiene in mano è Genitori Fortunati, una raccolta di testimonianze di genitori di figli omosessuali a cui ho scritto la prefazione. La persona che gliel'ha consegnato, una distinta signora emiliana seminascosta dalla mascherina di rito, si chiama Mara, è madre di quattro figli, di cui uno omosessuale. Ci conosciamo da alcuni anni e siamo legati da stima reciproca.
Ma che ci fa questa donna davanti al Papa? Mercoledì 16 settembre Francesco ha incontrato una delegazione di persone omosessuali cattoliche con alcuni genitori, un breve momento di informalità e di spontaneità come piacciono a questo Pontefice. Poche parole per superare l’imbarazzo di trovarsi davanti a colui che guida la Chiesa cattolica, e accennare alle difficoltà con cui si deve scontrare quasi quotidianamente all’interno della Chiesa chi vive questa condizione, a cui Francesco ha replicato con schiettezza ricordando che i loro figli sono amati da Dio per quello che sono. Una frase semplice e genuina che riprende (casualmente?) il nome di uno dei gruppi di credenti Lgbt presenti all’incontro, Tutti figli di Dio, uno dei più giovani a essersi costituito, attivo a Mestre e dintorni.
Sono quasi una cinquantina i gruppi e le associazioni di credenti omosessuali operanti in Italia. Alcuni di recente fondazione, altri attivi da diversi anni. Alcuni autogestiti, altri con un accompagnatore spirituale (sacerdote o suora) incaricato dal Vescovo locale. Alcuni composti da persone omosessuali, altri da genitori e altri ancora formati da entrambi. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le occasioni per fare un cammino comune grazie al paziente lavoro del portale internet Gionata e all’associazione La tenda di Gionata che ha promosso l’udienza col papa. Fare rete è diventata un’esigenza imprescindibile per favorire lo scambio di competenze e aiutare quelle realtà più piccole che faticano a decollare. Ed è anche un’opportunità per interagire meglio con le diverse strutture diocesane e parrocchiali che cominciano a vincere la diffidenza e ad accogliere il contributo che i credenti omosessuali e le loro famiglie sentono di poter dare alla causa del Regno di Dio.
Nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia papa Francesco ribadiva la necessità di assicurare alle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone omosessuali “un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita” (n.250). È auspicabile che l’esempio di fraterna accoglienza dato da Francesco sia seguito anche dagli altri pastori.
don Gian Luca Carrega
Incaricato dall’arcivescovo per l’accompagnamento delle persone omosessuali
nella diocesi di Torino