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giovedì 24 aprile 2025
 
medio oriente
 

L'occupazione israeliana dei Territori palestinesi è illegale: la dice la Corte di giustizia Onu

20/07/2024  E' quanto hanno espresso i 15 giudici della Corte internazionale di giustizia dell'Aia (Icj). Il "parere consultivo", comunque non vincolante, chiede la fine dell'occupazione il prima possibile e lo stop alla costruzione di nuovi insediamenti dei coloni

Mezzi militari israeliani nel campo di Nur Shams, a Tulkarm, Cisgiordania (foto Reuters).
Mezzi militari israeliani nel campo di Nur Shams, a Tulkarm, Cisgiordania (foto Reuters).

L'occupazione dei Territori palestinesi da parte di Israele è illegale e deve terminare. Lo ha stabilito la Corte internazionale giustizia (Icj), nota anche come Tribunale internazionale dell'Aia, il principale organo giudiziario delle Nazioni unite deputato a dirimere le controversie tra gli Stati.

«Lo Stato di Israele ha l'obbligo di porre fine alla sua presenza illegale nei Territori palestinesi occupati il più rapidamente possibile, di cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, di evacuare tutti i coloni e di risarcire i danni arrecati», affermano i 15 giudici della Corte - presieduta dal magistrato Nawaf Salam, diplomatico e giurista libanese eletto alla guida della Corte a febbraio del 2024 - nel "parere consultivo" in risposta alle richieste presentate nel 2022 da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in merito alla presenza israeliana nei Territori palestinesi e alle politiche israeliane nei confronti dei palestinesi. 

Nel parere, i giudici della Corte affermano che Israele viola il diritto internazionale acquisendo territori con la forza e impedendo il diritto dei palestinesi all'autodeterminazione. E indicano una lunga serie di politiche messe in campo da Israele, fra le quali l'espansione degli insediamenti in Cisgiordania e a Gersusalemme Est, l'uso delle risorse naturali dell'area, pratiche discriminatorie contro i palestinesi.

Israele conquistò la Cisgiordania e Gerusalemme Est (prese alla Giordania), la Striscia di Gaza e la penisola del Sinai (prese all'Egitto), le alture del Golan (prese alla Siria) con la terza guerra arabo-israeliana del 1967 (la guerra dei sei giorni). La risoluzione 242 delle Nazioni unite (del 1967) ha richiesto la restituzione incondizionata di questi territori, che però non è mai avvenuta. A seguito degli accordi di Oslo del 1993 la Cisgiordania è passata all'Autorità nazionale palestinese, ma Israele ha mantenuto gli insediamenti e ha continuato a costruirne di nuovi. Nel 2005 le Forze di difesa (Idf) israeliane si sono ritrate da Gaza, ma ha continuato a mantenere l'embargo all'ingresso di persone e beni materiali.  

Esulta il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, che definisce la decisione della Corrte "una «vittoria della giustizia.» Soddisfazione è stata espressa anche dall'ambasciatore della Palestina all'Onu Ryad Mansour, che considera il parere espresso un passo importante verso la fine dell'occupazione e l'affermazione del diritto dei palestinesi ad autodeterminarsi e ad avere un loro Stato. 

Il "parere consultivo" della Corte internazionale di giustizia è stato fortemente criticato dal premier israeliano Benyamin Netanyhau, che ha dichiarato: «Il popolo ebraico non è conquistatore nella propria terra, né nella nostra eterna capitale Gerusalemme, né nella terra dei nostri antenati in Giudea e Samaria». E ha aggiunto: «Nessuna falsa decisione dell'Aja distorcerà questa verità storica, così come non si può contestare la legalità dell'insediamento israeliano in tutti i territori della nostra patria».

Il parere espresso dalla Corte non ha effetti vincolanti, ma ha comunque un alto valore politico. In 57 anni da quando è cominciata l'occupazione israeliana dei territori palestinesi, si tratta della prima volta che la ICJ esprime una posizione su tale questione.

(Nella foto Reuters in alto: il giudice Nawaf Salam)

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