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venerdì 13 dicembre 2024
 
reportage
 

Da Sora (Frosinone) a Tolosa, sulle orme di san Tommaso: cronaca di un pellegrinaggio

25/07/2023  La celebrazione conclusiva nella chiesa francese in occasione del settimo centenario della canonizzazione del santo., Il vescovo, monsignor Gerardo Antonazzo, ha evidenziato grandezza e attualità del “Dottore della santità”

di Andrea Pantone

Nel cuore di Tolosa, fra le quattro più popolose metropoli della Francia, sono incastonate le sacre reliquie del corpo di San Tommaso d’Aquino, l’insigne maestro e difensore delle verità della ragione e della fede, luminoso interprete del pensiero classico ed inconcusso pilastro della teologia cattolica. Quasi nascosto fra gli imponenti edifici del centro, si trova il Convento dei Giacobini e la chiesa annessa, che conserva le spoglie dell’Aquinate. Qui, a distanza di 50 anni, quando a motivarne la visita fu la ricorrenza sette volte centenaria della morte del Dottore Angelico, sono tornati i fedeli della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo per commemorare, guidati dal vescovo Gerardo Antonazzo, questa volta un’altra circostanza: il 18 luglio infatti è ricorso il settimo centenario della canonizzazione del santo. La visita è stata preparata già a marzo e, poiché il 18 luglio veniva a coincidere con i giorni in cui l’intera diocesi è radunata dal consueto pellegrinaggio a Lourdes, è stata pensata come una doverosa deviazione per onorare il corpo di colui che è fra i patroni principali della Chiesa locale.

 

Nel giorno in cui la diocesi di quel “lembo di terra benedetta” che ha dato i natali a San Tommaso d’Aquino celebra l’illustre suo figlio, i fedeli hanno accorciato le distanze per omaggiarlo nel luogo in cui riposa. Presso questa chiesa i resti dell’Aquinate sono stati traslati dalla vicina chiesa di Saint-Sernin che dal 1369 ha custodito i resti mortali del “Dottore della santità”, come lo ha recentemente acclamato Francesco nella lettera al cardinale Marcello Semeraro, suo inviato speciale alla solenne Celebrazione eucaristica, sempre il 18 luglio, a Fossanova, nell’abbazia dove Tommaso morì - un titolo inedito, questo, rimarcato anche dal vescovo Antonazzo il 14 luglio nella messa inaugurale dell’anno giubilare, che vede protagoniste la prima chiesa al modo dedicata al santo a Roccasecca e la concattedrale di Aquino.

Vescovo e fedeli hanno visitato il Convento dei Giacobini e il chiostro e la sala capitolare, e sostato in preghiera dinanzi al corpo di San Tommaso. Attorno all’altare che custodisce l’urna contenente le reliquie dell’Aquinate si è svolta la suggestiva celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo insieme con sette preti, i diaconi e gli oltre cento pellegrini. Una Messa colma di affetti spirituali, nella quale sono echeggiate le intenzioni dei molti fedeli rimasti in patria affidatisi alla preghiera dei pellegrini. «Viviamo la grazia spirituale di un incontro non fisico, in quanto per noi oggi mediato dalle spoglie mortali, ma concreto con un uomo che ha compiuto un così profondo cammino di santità e cultura, di ricerca e produzione teologica» - ha detto il vescovo Antonazzo, il quale ha poi aggiunto, riferendosi all’espressione del papa - «E’ proprio la santità la grandezza impareggiabile dell’Aquinate che in soli 49 anni di vita ha scritto prolificamente e segnato per secoli fino ai nostri giorni la vita della Chiesa».

Vescovo e fedeli hanno visitato il Convento dei Giacobini e il chiostro e la sala capitolare, e sostato in preghiera dinanzi al corpo di San Tommaso. Attorno all’altare che custodisce l’urna contenente le reliquie dell’Aquinate si è svolta la suggestiva celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo insieme con sette preti, i diaconi e gli oltre cento pellegrini. Una Messa colma di affetti spirituali, nella quale sono echeggiate le intenzioni dei molti fedeli rimasti in patria affidatisi alla preghiera dei pellegrini. «Viviamo la grazia spirituale di un incontro non fisico, in quanto per noi oggi mediato dalle spoglie mortali, ma concreto con un uomo che ha compiuto un così profondo cammino di santità e cultura, di ricerca e produzione teologica» - ha detto il vescovo Antonazzo, il quale ha poi aggiunto, riferendosi all’espressione del papa - «E’ proprio la santità la grandezza impareggiabile dell’Aquinate che in soli 49 anni di vita ha scritto prolificamente e segnato per secoli fino ai nostri giorni la vita della Chiesa».

 
 
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