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mercoledì 23 aprile 2025
 
Giornata mondiale delle comunicazioni sociali
 

Dalla competizione alla collaborazione. Il ruolo dei social nel mondo attuale

27/01/2025  Sabato 25 gennaio si è svolta a Roma una tavola rotonda organizzata da Paolini e Paoline sul tema della 59^ Giornata mondiale delle comunicazioni, mettendo a tema la speranza.

Dal pericolo della pornografia, accessibile in rete fin dalla tenerissima età, alla necessità di conoscere come funzionano le piattaforme su cui girano i social; dalla consapevolezza di cosa facciamo realmente quando condividiamo dei contenuti sui social ai “famigerati” algoritmi, impostati da programmatori dipendenti dalle multinazionali miliardarie che gestiscono il traffico e ne regolano i contenuti per renderci, con la loro profilazione, un prodotto, una merce da vendere a chi veicola in modo mirato la pubblicità online. E poi ancora, la necessità di comprendere le regole per avere audience e la consapevolezza che tutti, dai giovani che sono sui social al professionista dell’informazione devono imparare a essere comunicativi sempre, nella vita reale e in quella virtuale, usando parole che aprono agli altri e disinnescando le parole ostili, quelle che uccidono più delle botte, come scrisse Carolina Picchio, prima di farla finita questo dipende da ns stile di comunicazione.

Questi alcuni dei temi emersi nella tavola rotonda dal titolo Dalla competizione alla collaborazione. New media come vettori di speranza per i giovani in un mondo conflittuale organizzata nella bella cornice del santuario Regina degli Apostoli a Roma, ai piedi della tomba del beato Giacomo Alberione, da Paolini e Paoline nel pomeriggio di sabato 25 gennaio nell’ambito del Giubileo dei comunicatori, che si è svolto a Roma dal 24 al 26 gennaio. Prendendo spunto dal messaggio del Papa per la 59^ Giornata delle comunicazioni sociali, l’incontro, che ha avuto il patrocinio del Dicastero per la comunicazione del Vaticano, dopo il saluto del Superiore generale, don Domenico Soliman, ha visto protagonisti i ragazzi di Fondazione Carolina, Rondine – Cittadella della pace e dell’Università Roma 3, che con le loro domande hanno stimolato le risposte dei relatori: Orsola Vetri (giornalista di Famiglia Cristiana), Suor Bruna Fregni (Consigliera generale delle Figlie di San Paolo), Ivano Zoppi (Segretario generale di Fondazione Carolina), Rosario Carello (giornalista del TGR Lazio), Andrea Casavecchia (professore associato di sociologia a Roma 3) e Franco Vaccari (fondatore e presidente di Rondine - Cittadella della Pace).

Nel corso dell’incontro Ivano Zoppi ha rincarato la dose sulla pornografia, ai cui contenuti accedono bambini sempre più piccoli e aprendo una vera e propria emergenza educativa nei prossimi anni. «È importante sapere che i ragazzi sono collegati molte ore al giorno ai social, ma poi sono poco connessi con se stessi e con gli altri. Ma i primi a dover dare l’esempio in termini di uso siamo noi adulti», ha aggiunto.

A proposito di speranza, tema del messaggio del Papa, Orsola Vetri ha ricordato il dovere per un giornalista di sottolineare le storie positive di chi ha incontrato difficoltà o fatiche, offrendo sempre soluzioni e motivi per sperare.

Franco Vaccari, raccogliendo l’esperienza di molti anni, ha spiegato che i ragazzi che arrivano da zone di guerra, dopo un cammino di purificazione di 2 anni dalle scorie interiori che hanno accumulato, scoprono che il “nemico” è solo un carcere mentale. «Ma dopo il 7 ottobre abbiamo fatto esperienza di come i social abbiano avvelenato il clima. Finché c’è una guerra a bassa tensione tutto si può gestire, ma quando scoppia la guerra, come è successo in Medio Oriente, la comunicazione del dolore attraverso quei mezzi ha avuto il ruolo di accentuare i conflitti».

Rosario Carello, riguardo alla domanda sul ruolo degli intellettuali nel generare speranza od odio, ha invocato vere arene di confronto fra di loro, mentre sperimentiamo ogni giorno che, salvo eccezioni, essi hanno posizioni preconcette, che rispondono alla logica polarizzante dei social. E suoi social ha aggiunto: «Si basano sulla logica della contrapposizione, per questo sono un’arena che rispondono a una logica divisiva. Gli ultimi dati dicono che sempre meno le persone scrivono sui social proprio per questo motivo». Posto che il dibattito, anche acceso, è sempre auspicabile, ha invocato veri luoghi di confronto. «C’è bisogno che vi mettiate insieme», ha detto rivolgendosi ai giovani presenti, «è importante che vi mettiate insieme per un fine comune, per fare denuncia, per fare movimento su temi che vi sono cari».

Andrea Casavecchia ha messo in evidenza una caratteristica dell’algoritmo che pare in controtendenza con il conflitto, ma non per questo meno pericolosa: «Il social mi fa incontrare persone che la pensano come me, per questo non posso litigare. La logica funziona a gruppi, per nicchie. Per andare verso la pace servono invece scuole di dialogo, luoghi in cui si possa parlare ci come il conflitto possa essere risolto».

Suor Bruna Fregni, infine, ha sottolineato l’importanza di diventare bravi narratori sui social per diffondere speranza, rimedio contro la disinformazione e medicine terapeutiche ad esempio per persone violate nella loro intimità, come dicono molte testimonianze di chi ce l’ha fatta.

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