Non c'è età che tenga: gli italiani che emigrano sono giovanissimi studenti, neolaureati che puntano a dottorati e master, adulti che semplicemente cercano lavoro, anziani che intendono godersi la pensione in posti piùà soleggiati. Al 1° gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti nei registri, all'estero, erano 5.806.068, il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti nel nostro Paese. Tutte le regioni sono interessate dal fenomeno. La crescita, in generale, della nostra emigrazione è stata, nell'ultimo anno, più contenuta rispetto al recente passato. Ma nel medio-lungo periodo le percentuali s'impennano: dal 2006 al 2022 la presenza degli italiani all’estero è cresciuta del 87%.
Il Rapporto curato dalla Fondazione Migrantes e presentato martedì 8 novembre fornisce numerosi dettagli. Oltre 2,7 milioni sono gli italiani partiti dal Meridione; più di 2,1 milioni quelli partiti dal Nord Italia mentre il 15,7% era, invece, originario del Centro Italia. Il 54,9% degli italiani sono in Europa, il 39,8% in America, centro-meridionale soprattutto. Ci sono due Italia, insomma. C’è una Italia demograficamente in caduta libera se risiede e opera all’interno dei confini nazionali e un’altra Italia, sempre più attiva e dinamica, che però guarda quegli stessi confini da lontano. Al 1° gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti all’Aire sono 5.806.068, il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l’Italia ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente (-1,1% dal 2020), all’estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7% che diventa il 5,8% dal 2020. In valore assoluto si tratta di quasi 154mila nuove iscrizioni all’estero contro gli oltre 274mila residenti “persi” in Italia. La crescita, in generale, dell’Italia residente nel mondo è stata, nell’ultimo anno, più contenuta, sia in valore assoluto sia in termini percentuali, rispetto agli anni precedenti. Il 48,2% degli oltre 5,8 milioni di cittadini italiani residenti all’estero è donna (2,8 milioni circa in valore assoluto).
Come già accennato all'inizio, l’onda lunga della pandemia frena, ma non blocca, la mobilità italiana. Da gennaio a dicembre 2021 si sono iscritti all’Aire 195.466 cittadini italiani, il -12,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando erano, in valore assoluto, 222.260. Le partenze per “espatrio” avvenute lungo il corso del 2021 sono state 83.781, la cifra più bassa rilevata dal 2014, quando erano più di 94mila. In realtà, il trend di continua crescita si è fermato già lo scorso anno, quando comunque le partenze non sono scese al di sotto delle 109mila unità. Si è trattato, quindi, di una frenata dolce, diventata però brusca nei dodici mesi successivi. Quello che si pensava potesse accadere alla mobilità italiana durante il 2020 è avvenuto, invece, nel corso del 2021: la pandemia, cioè, ha impattato sul numero degli spostamenti dei nostri connazionali, riducendoli drasticamente e trasformando, ancora una volta, le loro caratteristiche. Rispetto al 2021 risultano 25.747 iscrizioni in meno, una contrazione, in un anno, del -23,5% che diventa -36,0% dal 2020. Il decremento ha interessato, indistintamente, maschi (-23,0%) e femmine (-24,0%), rispettivamente, in valore assoluto, oltre 47mila e quasi 38mila.
Il dato complessivo dice però altro. Dal 2006 al 2022 la presenza degli italiani all’estero è cresciuta del 87% passando da 3,1 milioni a oltre 5,8 milioni.