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Alle 18:08, dal comignolo della Cappella Sistina si è levata una colonna di fumo bianco. Un sussulto ha attraversato Piazza San Pietro, gremita da ore. La folla ha risposto con un boato, un applauso istintivo, un canto di gioia. È la fumata della decisione, il segno che il conclave ha eletto il nuovo Papa. Dopo un giorno di attesa, di commenti e di previsioni più o meno attendibili, la Chiesa ha il suo nuovo successore di Pietro. L’identità del pontefice sarà presto svelata, quando il cardinale protodiacono pronuncerà dalla loggia centrale la storica formula: «Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!». È il momento più solenne e popolare di un evento che mescola il linguaggio antico della Chiesa con l'attesa collettiva di milioni di fedeli in tutto il mondo. L'affaccio dalla loggia non è solo un atto liturgico, ma anche un simbolo di vicinanza: il nuovo Papa si presenta al popolo di Dio, benedice Roma e il mondo (Urbi et Orbi) e inizia il suo pontificato sotto lo sguardo di tutti.
Le campane della basilica hanno iniziato a suonare a festa, seguite da quelle delle chiese di Roma e poi del mondo. Intanto, dietro le mura del Vaticano, i cerimonieri si preparano: il nuovo Papa sta vestendo la talare bianca e scegliendo il nome con cui guiderà la Chiesa. Una scelta che non è mai casuale: dice molto delle intenzioni e dello stile del nuovo pontificato. Chi sarà? Quale volto vedremo affacciarsi tra pochi minuti? Sarà un Papa di rottura o di continuità? Sarà il primo di un continente nuovo o il ritorno a una figura europea? Troppe domande e, per ora, nessuna risposta. Ma una cosa è certa: ogni Papa porta con sé una speranza, una direzione, una storia da scrivere. E il mondo è pronto ad ascoltarlo. Mentre sta per calare la sera su Roma, le bandiere ondeggiano, le lacrime scendono sul volto dei fedeli più anziani, i bambini salgono sulle spalle dei genitori per vedere meglio. Le guardie d'onore, carabinieri, gendarmi e guardie svizzere sono già schierate nel sagrato di fronte alla basilica di San Pietro. È un momento che unisce, che commuove, che segna una generazione. Il tempo si ferma, giusto il tempo di un nome, di un volto, di una benedizione.




