Vittorio Messori. Nella foto di copertina, lo scrittore con la moglie Rosanna Brichetti (1939-2022).
«La Madonna? Ce l’ho davanti agli occhi». A 82 anni, dopo una delicata operazione al cuore, con la voce fioca ma sereno, Vittorio Messori parla con lo spirito proiettato nel futuro, quando dice, con un velo di lacrime sugli occhi, «potrò riabbracciare la mia Rosanna», la moglie mancata lo scorso anno, e vedere finalmente «la piccola Bernadette di Lourdes, Gesù e la Madonna».
«Mi definiscono “un Madonnaro”, della qualcosa oggi vado fiero, ma non è stato sempre così», rivela nell'intervista concessa a Riccardo Caniato per il periodico Maria con te. «Ho avuto un’educazione figlia di quella parte dell’Emilia atea e concreta. In casa si guardava alla Chiesa e ai preti con il fumo negli occhi. All’Università sono stato allievo di un’intellighenzia laica che rifiutava il pensiero religioso. Alessandro Galante Garrone e Norberto Bobbio mi volevano avviare alla carriera universitaria. Ma durante la tesi iniziai a leggere la Bibbia, a lasciarmi incuriosire dalla religione».
La relazione con la Vergine nasce nel cuore di Messori poco per volta, come tiene a precisare: «In principio vivevo con disagio certe manifestazioni devozionistiche che accompagnano il culto mariano e che liquidavo alla voce sentimentalismo. Poi finii col capitolare, del resto posso testimoniare che nessuno può rimanere indifferente al fascino di Maria».
Ma cosa rende Maria così attraente? «Maria ci attrae per la speranza che la pervade. Quando uno si trova nel bisogno chiama sempre la mamma. Lo fanno i bambini, lo fanno i soldati sul campo di battaglia, lo fanno gli anziani lasciati soli nei ricoveri. E la Madonna è la Mamma che ci è data da Gesù Crocifisso. E spero che mi venga incontro Lei quando sarà il momento. Così come sono certo abbia fatto con Rosanna». E a proposito della moglie Rosanna Brichetti, scomparsa nel 2022 racconta: «Mi sono chiesto perché sono sopravvissuto a Rosanna e mi conforta pensare che questo distacco sarà solo temporaneo. Avevo una memoria ferrea, non ce l’ho più: ora, nel bel mezzo di un discorso, mi dimentico nomi, date, situazioni… Ma sono grato di questo al Signore e alla Madonna perché, togliendo questo e quello, mi fanno sentire precario e mi spronano a confidare di più in loro, a staccarmi dal mio io, dalle mie sicurezze, da ciò che mi ha fatto vivere su questa terra e a desiderare sempre di più il compimento che avverrà dopo la morte».
L'intervista integrale è pubblicata sul numero in edicola del settimanale "Maria con te".