La Madonnina di Civitavecchia avrebbe pianto... lacrime di sangue di pollo. È questa la tesi sconcertante per molti, certamente superficiale, avanzata da Niccolò Ammaniti nei giorni scorsi sul Corriere della Sera e su Repubblica. L’occasione gli è stata offerta dal lancio del suo primo sceneggiato tv che sta per sbarcare su Sky. In un covo della ’ndrangheta, insieme con il boss locale morto ammazzato, viene trovata una statua in plastica della Madonna che lacrima sangue. Nove litri all’ora. La dottoressa incaricata delle analisi accerta che si tratta di sangue umano maschile. È questo Il Miracolo che dà il titolo alla serie. Lo scrittore romano si premura di precisare di non aver scritto un film sulla religione. In effetti la Chiesa rimane sullo sfondo e don Marcello, l’unico suo rappresentante a proporsi insistentemente in scena, è un prete in crisi di vocazione. Ciò che interessa Ammaniti è, piuttosto, osservare le reazioni di un pubblico laico e razionale, quale quello composto dai suoi personaggi e dagli stessi spettatori, di fronte all’irrompere del mistero. Una questione che riguarda lui stesso: «Mi sono sempre posto il problema di come mi sarei sentito di fronte a un miracolo autentico. Mi sarei chiesto: perché a me? Avrei avuto paura?».
Purtroppo Niccolò Ammaniti, che si dichiara non credente, per questo suo esperimento ha tratto spunto da una vicenda che ha, forse, troppo frettolosamente liquidata come apocrifa: «Ricordo quando, da ragazzo, mia nonna mi portò a Civitavecchia per vedere la Madonnina che piangeva sangue: era sangue di pollo», ha rivelato al Corriere della Sera, aggiungendo, per i lettori di Repubblica, che, una volta giunti nella città laziale, trovarono chiusa la chiesa che custodiva la statua «perché era un falso».
A questo punto si impone qualche chiarimento. L’evento di Civitavecchia risale al 1995, quando, dal 2 al 6 febbraio, una statua in gesso della Madonna, raffigurante la Regina della Pace di Medjugorje, lacrimò sangue per 13 volte presso la famiglia Gregori, in località Pantano. Migliaia di persone, tra cui il comandante dei Vigili e funzionari delle forze dell’ordine, testimoniarono la lacrimazione. La Madonnina pianse ancora il 15 marzo successivo tra le mani del vescovo della città, monsignor Girolamo Grillo, quasi causandogli un infar to.
Se legittimamente Ammaniti non considera la Chiesa come sua interlocutrice privilegiata, almeno nel caso specifico, se avesse voluto andare a fondo del mistero di quel sangue che ha ispirato la sua storia, i suoi interrogativi avrebbero guadagnato in ampiezza di fronte a un fatto che l’autorità competente, dall’ordinario diocesano fino al Papa allora regnante, hanno giudicato autentico. Al punto che il vescovo intronò di lì a poco la sacra effige nella parrocchia della famiglia Gregori, successivamente elevata a dignità di Santuario della Madonna delle Lacrime – aperta, in verità, ai fedeli molte ore al giorno per l’Adorazione eucaristica – e che Giovanni Paolo II incoronò in Vaticano, dove se la fece portare il 9 giugno 1995 appositamente per venerarla. E anche l’attuale vescovo, monsignor Luigi Marrucci, ha ripetuto una solenne incoronazione il 26 aprile 2014, in una concelebrazione cui prese parte lo stesso monsignor Grillo (venuto a mancare nell’agosto 2016) e l’arcivescovo Giovanni Marra.
Questi fatti sono documentati in molte fonti accessibili che suggeriamo a chi volesse approfondire, limitandoci a sottolineare come il riconoscimento più sorprendente sulla veridicità dell’evento di Civitavecchia sia venuto dallo Stato italiano. A seguito delle lacrimazioni, la magistratura aprì un fascicolo a carico dei Gregori, ipotizzando i reati di truffa e associazione a delinquere. Gli inquirenti riscontrarono che le lacrime della Madonnina erano di sangue umano. Ma una volta appurato che la statua non era contraffatta né manomessa, il tribunale prosciolse i proprietari con formula piena. Nelle motivazioni della sentenza si asseriva che solo la Chiesa, e forse un giorno la scienza, avrebbero potuto dare ragione di un fenomeno allo stato attuale assolutamente inspiegabile.
LO SCENEGGIATO SU SKY. OTTO PUNTATE INTRIGANTI TRA SCIENZA E MISTERO
La serie tv Il Miracolo, realizzata su un’idea dello scrittore Niccolò Ammaniti, si avvale del contributo alla sceneggiatura e alla regia di Francesco Munzi e Lucio Pellegrini. Prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Mieli per Wildside, verrà trasmessa in otto puntate sul canale Sky Atlantic HD a partire dal prossimo 8 maggio. Nel cast si segnalano: Guido Caprino, che interpreta il primo ministro italiano chiamato suo malgrado a dover gestire il misterioso evento, Sergio Albelli, nei panni del generale incaricato delle indagini sul sangue della statua ed Elena Lietti nelle vesti di sua moglie. Alba Rohrwacher è la biologa che affronta il caso dal punto di vista scientifico, Tommaso Ragno veste la tonaca di un controverso don Marcello.