La storia di tutte le arti è la storia di un dialogo: quello fra l’artista e la Morte. Fra l’artista e l’Altro, il non visibile. Ed ovviamente fra l’artista e Dio. Il Cimitero Monumentale di Milano è da un secolo e mezzo il luogo del riposo di tanti esseri umani che in vita sono stati protagonisti delle vita civile e culturale. Ed è, per questa ragione e per il grande numero di monumenti funebri firmati da celebrati scultori, un “museo all’aperto”.
Nel 2016 in occasione del 150° anniversario, gli Amici del Monumentale presieduti da Carla De Bernardi (autrice, fra l’altro, di interessanti volumi sul famoso cimitero) hanno pensato di commissionare un Requiem per celebrare la ricorrenza dando continuità all’eterno dialogo fra Arte e Morte. La scelta è caduta su Yuval Avital, compositore e grande visionario, abituato ai “dialoghi” svolti attraverso la musica, le arti visive, le installazioni.
Nel recente passato ha riscoperto la storia dei Samaritani, ha raccolto la voce delle madri di tutto il mondo (in Alma Mater) ed in questo periodo alla neonata Fondazione La Fabbrica del Cioccolato di Torre Blenio (vicina a Bellinzona e rientrante nella diocesi di Milano) ha rappresentato il rapporto fra uomo e natura con la mostra Three grades of Foreignness (Tre gradi dell’estericità).
Avital, fra le moltissime “voci” di autori e personaggi che vibrano al Monumentale ha scelto Salvatore Quasimodo ed Alessandro Manzoni. Ne sono nate due performance che domenica 14 maggio a partire dalle 15 animeranno gli spazi del cimitero coinvolgendo tutti coloro che vorranno percepirlo come luogo vivo e spirituale (l’ingresso è libero).
Avital spiega lo spirito della sua opera con queste parole: “Questo requiem è un po’ un anti-requiem. Non porta in sé né la potenza orchestrale e corale dei requiem storici né l’utilizzo del testo della messa, ma crea dei microcosmi di vita, partendo dalla magia del Monumentale e dei suoi illustri ospiti”. All’interno del Famedio, in un ambiente intimo e solenne, il coro “Incanto Contemporaneo” creato apposta eseguirà infatti una partitura scritta per 14 parti vocali sotto la direzione di Francesco Grigolo. Le voci utilizzeranno frammenti di Ed è Subito Sera di Quasimodo: la scrittura varierà dai sussurri alle linee melodiche “infinite”, dalla polifonia alla coralità ottocentesca. Contemporaneamente all’esterno, nei viali centrali del cimitero, una banda di decine di ottoni, riunita grazie alla collaborazione con il Conservatorio di Milano e guidata da Gianmario Bonino, compirà un tragitto itinerante, eseguendo “Foresta Manzoni”, un omaggio alla ricchezza del linguaggio e del pensiero manzoniano, con rimandi sonori e testuali all’estetica ottocentesca. E sarà una pagina aperta da una sorta di “grido” e chiusa da suoni armoniosi: perché a dialogare con l’Altro attraverso l’arte è la Vita.