Indra Athwal e' una Miss molto speciale. Mentre viene incoronata Principessa 2011, scoppia a piangere proprio come fa ogni reginetta, alla fine di una competizione di bellezza, sui palchi di tutto il mondo.
Ma i motivi per cui lei piange sono ben diversi da quelli delle sue colleghe. Fino a pochi anni fa, infatti, Indra occupava il gradino più infimo della gerarchia sociale indiana. Era ultima anche tra i cosiddetti “intoccabili”, evitata e disprezzata da tutti. Causa di tanta infamia, il lavoro che faceva per vivere: pulire le latrine a secco delle case del suo villaggio. Un mestiere messo fuori legge dal 1993, così come le caste, abolite dall'articolo 17 della Costituzione indiana, ma di fatto ancora in vigore in tutto il Paese.
Fra i tanti primati che l'India detiene, c'è quello dei peggiori servizi sanitari del mondo. Secondo le ultime statistiche, 700 milioni di persone non hanno accesso ai servizi igenici, e svolgono le loro funzioni corporee all'aria aperta. In molti villaggi, le case dei piu' abbienti hanno locali appositi adibiti a questo uso, ma privi di scarichi. Il compito di svuotarli e ripulirli è riservato a comunità di intoccabili, le cui donne si tramandano, di generazione in generazione, l'odioso mestriere.
Caricato un cesto pieno di rifiuti umani sul capo, devono percorrere chilometri per andarlo a svuotare lontano dal villaggio. Spesso in cambio ricevono poche rupie, che vengono loro gettate sul pavimento, per evitare qualsiasi contatto fisico. Oppure cibo e acqua, che dovono ricevere direttamente tra le mani, perchè nessuna famiglia permetterebbe mai che toccassero piatti o bicchieri della propria casa.
Bindeshwar Pathak, un medico appartenente alla casta dei bramini, la più alta della scala sociale indiana, sta dedicando la sua vita a estirpare, una volta per tutte, questo inferno dalla terra. Per questo, ha organizzato programmi di educazione e recupero per le donne costrette a svolgere quel compito disumano. Alfabetizzazione, formazione tecnica, assistenza economica e, perchè no, anche un concorso di bellezza. “Dopo anni di disprezzo e degrado senza confronti”, ha spiegato il medico bramino, “queste ragazze hanno anche bisogno di sentirsi belle, per recuperare la propria dignità di donne”.
E guardandole mentre sfilavano sul palco, con plastica andatura, avvolte nei loro sari color turchese, si poteva cogliere, dal fondo dei loro sguardi, l'orgoglio disperato dei sopravissuti.
Ma i motivi per cui lei piange sono ben diversi da quelli delle sue colleghe. Fino a pochi anni fa, infatti, Indra occupava il gradino più infimo della gerarchia sociale indiana. Era ultima anche tra i cosiddetti “intoccabili”, evitata e disprezzata da tutti. Causa di tanta infamia, il lavoro che faceva per vivere: pulire le latrine a secco delle case del suo villaggio. Un mestiere messo fuori legge dal 1993, così come le caste, abolite dall'articolo 17 della Costituzione indiana, ma di fatto ancora in vigore in tutto il Paese.
Fra i tanti primati che l'India detiene, c'è quello dei peggiori servizi sanitari del mondo. Secondo le ultime statistiche, 700 milioni di persone non hanno accesso ai servizi igenici, e svolgono le loro funzioni corporee all'aria aperta. In molti villaggi, le case dei piu' abbienti hanno locali appositi adibiti a questo uso, ma privi di scarichi. Il compito di svuotarli e ripulirli è riservato a comunità di intoccabili, le cui donne si tramandano, di generazione in generazione, l'odioso mestriere.
Caricato un cesto pieno di rifiuti umani sul capo, devono percorrere chilometri per andarlo a svuotare lontano dal villaggio. Spesso in cambio ricevono poche rupie, che vengono loro gettate sul pavimento, per evitare qualsiasi contatto fisico. Oppure cibo e acqua, che dovono ricevere direttamente tra le mani, perchè nessuna famiglia permetterebbe mai che toccassero piatti o bicchieri della propria casa.
Bindeshwar Pathak, un medico appartenente alla casta dei bramini, la più alta della scala sociale indiana, sta dedicando la sua vita a estirpare, una volta per tutte, questo inferno dalla terra. Per questo, ha organizzato programmi di educazione e recupero per le donne costrette a svolgere quel compito disumano. Alfabetizzazione, formazione tecnica, assistenza economica e, perchè no, anche un concorso di bellezza. “Dopo anni di disprezzo e degrado senza confronti”, ha spiegato il medico bramino, “queste ragazze hanno anche bisogno di sentirsi belle, per recuperare la propria dignità di donne”.
E guardandole mentre sfilavano sul palco, con plastica andatura, avvolte nei loro sari color turchese, si poteva cogliere, dal fondo dei loro sguardi, l'orgoglio disperato dei sopravissuti.



