testo e foto di Roberto Di Diodato e Mary Poliafico
OHRID, Macedonia.
La Pasqua, grande festa di primavera, quest’anno verrà celebrata da tutte le Chiese cristiane del mondo nella medesima data del 20 aprile. Trovarsi a Ohrid, una città e un lago misterioso nella Macedonia del nord, vorrebbe dire per il turista lasciarsi ammaliare dalle magnifiche e spettacolari liturgie nelle basiliche ortodosse dell’antico centro urbano, dal tepore delle sue spiagge e dalle straordinarie storie sacre affrescate nella sue numerose chiese. Tutto a solo un paio di ore di volo da Milano.
Il fiume Drin giunge da molto lontano, dalle montagne del Kosovo o forse ancora più in su. E’ l’unico e fedele tributario del lago Ohrid, antichissimo bacino lacustre nei Balcani, disteso tra Albania e Macedonia, alimentato anzitutto da potenti sorgenti sotterranee. Poco più piccolo del nostro Garda, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per i tanti endemismi della fauna ittica, per l’incantata bellezza naturalistica che lo circonda e per la preziosità della sua storia artistica e culturale. Caso più unico che raro.
Ohrid è il lago che non ti aspetti. Dopo aver viaggiato da Tirana, Albania, per alcune ore su strade a guida densamente impegnativa e aver attraversato un valico di confine, si entra nella Macedonia del Nord passando per una dogana desolata tra montagne brulle e imbronciate. Il lago appare con la dolcezza di una tregua.
Piccoli e leggerissimi battelli lo attraversano e lo costeggiano. Le acque limpide e cristalline come quelle di un laghetto alpino, dove gettare i grovigli e le contorsioni della vita quotidiana, lasciano sognare grande quiete e riposi infiniti. Anche la cittadina che gli dà il nome mantiene il profumo di un borgo lacustre di montagna. Strade strette in saliscendi, pavimentazioni in pietra e archi, piazzette nascoste, tradizionali case ottomane, un lungolago su cui si affacciano negozietti di artigianato, bar e ristorantini accoglienti e discreti. E alcune spiagge: Golden Beach, Lagadin, Gorica Beach e Orevche Beach. Arrampicata sul fianco di una collina e coronata da possenti mura medioevali con diciotto torri e quattro porte, Ohrid ha avuto un passato politicamente glorioso. Nel X secolo è stata capitale del primo impero bulgaro, governato dallo Zar Samuele I. Ma una “reliquia” di un passato ancora più antico è il suo magnifico teatro ellenistico, risalente al 200 a.C., quando questi territori erano sotto l’influenza delle conquiste di Alessandro Magno. Oggi la classica eleganza del complesso architettonico fa da culla a numerosi eventi teatrali e musicali di livello nazionale e internazionale.
Altrettanto illustre è la storia di Ohrid come “cuore pulsante” della cultura e dell’arte cristiana. In passato era chiamata “Gerusalemme dei Balcani” perché si diceva avesse 365 chiese, una per ogni giorno dell’anno. Ancora oggi conserva maestose basiliche, numerose chiese e monasteri ortodossi, che risplendono di opere di immenso valore. Nella città vecchia, gli antichi edifici religiosi sono ringiovaniti dai colori di ieratici affreschi come quelli di Santa Madre di Dio Bolnichka, Santa Sofia, Santa Maria Kamensko, san Nicola Bolnichki e Santa Madre di Dio Peribleptos. In quest’ultimo edificio sacro si possono ammirare le opere pittoriche di Michael Astrapas ed Eutychio da Tessalonica, due grandi interpreti del “rinascimento” dell’arte bizantina sotto la dinastia degli imperatori Paleologi; nello stesso complesso architettonico è stato aperto un “Museo delle Icone”, che espone trenta gioielli dell’iconografia ortodossa.
Le sponde del lago di Ohrid hanno portato in grembo e dato alla luce la prima scrittura della lingua slava con i caratteri dell’alfabeto cirillico, un evento culturale di grande rilevanza storica nella formazione dell’identità sociale e religiosa dei popoli di lingua slava. Gli studiosi sono concordi nel ritenere che questo alfabeto sia stato creato da san Clemente nel suo monastero di Ohrid modificando quello glagolitico, inventato dai santi Cirillo e Metodio. Oggi il convento di San Clemente e Pantaleone fa parte del complesso archeologico di Plaosnik situato appena sotto le mura medioevali della città. All’ombra dei suoi chiostri nacque la prima università dei Balcani, frequentata da migliaia di studenti, dove si insegnava a scrivere e a pregare.
L’immagine più iconica, che rimane indelebile nella retina della memoria, è quella che offre di sé la chiesetta di san Giovanni Teologo, una meraviglia a picco sul lago, un inno all’armonia seducente della natura che abbraccia l’arte e la protegge, un tempio che sembra uscito dalle mani di un architetto armeno. E’ l’emblema di Ohrid e della Macedonia intera. Si raggiunge camminando su una passerella di legno che serpeggia tra roccia e acqua. Nelle rientranze il ricovero di barche e barchini in attesa di prendere il largo. L’interno dell’edificio sacro è piccolo e raccolto. Un’iconostasi di icone dorate spezza il silenzio. Il Giovanni venerato è il quarto evangelista, autore dell’Apocalisse.
Ha invece l’aspetto di una matrona bizantina Santa Sofia, consapevole di essere la basilica bella, la chiesa regina, coronata con portici e colonnati. La sua fondazione risale al X secolo, ai tempi dell’impero bulgaro che si estendeva su gran parte dei territori balcanici a sud del Danubio. La sua antichità e importanza sono certificate dagli affreschi della calotta dell’abside, dove sono raffigurati sei Papi della Chiesa Romana, regnanti prima del “Grande Scisma” del 1054, quando la Chiesa Ortodossa Orientale si separò dalla Chiesa Cattolica Occidentale. Sulle pareti numerosi dipinti con teorie di santi, patriarchi, vescovi e preti della tradizione ortodossa.
A trenta chilometri a sud di Ohrid, ad appena cinque dal confine con l’Albania, l’ultimo stupore che la Macedonia del Nord lascia come ricordo a turisti, visitatori e fedeli credenti. Il monastero di san Naum sorge sulle sponde del lago. Cittadella santa posta sopra una collinetta. Attorno si adagiano un grande parco e una laguna circondata da una foresta rigogliosa. Barche alla fonda. Cigni, papere e alcuni pavoni completano la visione idilliaca di questo angolo paradisiaco, dove sgorga la sorgente che alimenta il lago. La chiesa, dove è sepolto il santo monaco fondatore, è una bomboniera tempestata di affreschi. Sopra la tomba è raffigurata l’Ascensione di Naum. Un prezioso ciclo pittorico narra, con l’ingenua freschezza somigliante a quella dei “fioretti francescani”, scene di vita e strabilianti miracoli operati dal santo: “Imbrigliare l’orso all’aratro”, “Il secchio lascia un buco nella pietra”, “Guarigione dei malati di mente”, "Il ladro di cavalli alla porta della chiesa del monastero"… Molti spazi sono affollati da rappresentazioni di santi ortodossi, a cominciare da Cirillo e Metodio.
Ohrid “perla dei Balcani” non è solo un’immagine iperbolica. La città e il suo lago hanno realmente a che fare con le perle. Sono vere, prodotte esclusivamente qui, con un processo molto insolito che si tramanda di padre in figlio. A differenza delle normali perle, queste non si raccolgono ma vengono prodotte utilizzando alcuni tipi di conchiglie e le squame del pesce spaventapasseri, una specie che vive solo in questo lago. Coperta da un rigoroso segreto è la composizione dell’emulsione che permette di amalgamare il composto e dargli la forma di palline di varie dimensioni, pronte per diventare gioielli. Le perle di Ohrid sono “per sempre”, come dice uno slogan pubblicitario televisivo. La stessa cosa affermano i produttori locali. Certo è che negli ultimi decenni queste preziosità senza tempo sono apprezzate dappertutto. Anche Lady Diana le indossava. Oggi sono diventate un “marchio di fabbrica” che veicola la conoscenza della Macedonia in tutto il mondo.
Meta di un turismo selettivo che sa godere e commuoversi della timida bellezza di luoghi arcani e desueti, Ohrid è un concentrato di pace e serenità, unico in Europa. Meglio andarci subito, prima che tutti si accorgano della sua esistenza.
Hotel Lagadin (tra lago e montagna): 00389.46285227, Ohrid, mail: dance@hotellagadin.com.mk