(Foto sopra: il corso di ciclomeccanica prmosso a Crotone, nell'ambito del progetto "Io non viaggio da solo")
Sono passati esattamente trent’anni - era il 18 dicembre del 1990 - da quando ha visto la luce la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, che riconosce la condizione di particolare vulnerabilità di chi emigra e promuove condizioni di vita e di lavoro dignintose, contro ogni forma di abuso e di sfruttamento. Dieci anni dopo, nel 2000, l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha proclamato il 18 dicembre Giornata internazionale dei diritti dei migranti, con l’obiettivo di promuovere la ratifica della Convenzione, che è entrata in vigore nel 2003 e ad oggi è stata adottata da 54 Paesi, per la maggior parte quelli dove hanno origine i flussi migratori. I Paesi europei, Italia compresa, non l’hanno ancora adottata.
Fra tutti i migranti, i più vulnerabili, i più esposti ad abusi, sfruttamento, abbandono, emarginazione, disagio sociale, sono i Minori stranieri non accompagnati (Msna), i ragazzini che arrivano in un Paese straniero da soli, senza le loro famiglie, spesso privi di appoggi, di contatti, di una rete che li sostenga e li orienti. E’ a loro, ai minori stranieri non accompagnati, che SOS Villaggi dei bambini dedica da anni il suo impegno. In occasione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti, SOS Villaggi dei bambini vuole riportare l’attenzione proprio sui più piccoli, dei quali l’organizzazione si prende cura in tutte le fasi del percorso migratorio: nei Paesi di origine, dove promuove programmi di emergenza e sostiene le famiglie nei momenti di difficoltà affinché restino unite; nelle aree di transito, offrendo primo soccorso, accoglienza temporanea ai minorenni non accompagnati e avviando le procedure di ricongiungimento familiare; infine nei Paesi di destinazione, dove l’associazione accoglie e sostiene, anche psicologicamente, i minori accolti nei Villaggi SOS e li aiuta poi nella fase di inserimento e integrazione nella società, accompagnandoli nel raggiungimento dell’autonomia.
Numerosi sono i progetti portati avanti da SOS Villaggi dei bambini. Tra questi, “Io non viaggio da solo”: un programma volto a promuovere il benessere psicologico e sociale dei Mnsa in Calabria. Il progetto prevede la fornitura di servizi di assistenza psicologica, servizi di mediazione interculturale e di assistenza legale, attività socio-ricreative e laboratori formativi, volti a promuovere competenze sociali e relazionali dei giovani migranti. E poi, il progetto “Come a casa”: dal 2012 il programma promuove a Torino l’affido familiare interculturale di mamme con bambini, di donne gestanti rimaste sole e di minorenni migranti, in particolare di coloro che sono vittime di tratta. Dopo il lungo stop obbligato a causa all’emergenza Covid-19, ora riprendono le attività di inserimento lavorativo. Dal 2012 “Come a casa” ha permesso di accogliere 16 mamme, un papà, 24 bambini e 5 minori stranieri non accompagnati; sei mamme e un papà sono divenuti autonomi grazie ad opportunità professionali nate dai tirocini lavorativi. Dal 2019 l’organizzazione ha formato oltre 700 persone sul tema dell’affidamento familiare e ampliato la rete delle famiglie affidatarie.
«SOS Villaggi dei Bambini si impegna a garantire ai minorenni stranieri non accompagnati il diritto di essere bambini, prima ancora che quello di essere migranti», spiega Orso Muneghina, responsabile programmi internazionali ed emergenza di SOS Villaggi dei Bambini. «Tale condizione implica che ai bambini e ai ragazzi accolti nei nostri servizi venga assicurato il diritto alla salute, al gioco, all’educazione, all’accoglienza, come a tutti gli altri diritti presenti nella Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia. I ragazzi migranti sono spesso esposti ad avversità multiple, che li hanno portati ad abbandonare il Paese di origine e intraprendere un viaggio difficile lungo anche anni».
E aggiunge: «Esistono innumerevoli storie, tristi e felici, ma tutte straordinarie, da cui è possibile evincere l’entusiasmo e la resilienza di ragazzi che hanno avuto esperienze che anche per noi adulti risultano difficilmente immaginabili. L’aspetto che tocca particolarmente e che accomuna tutti i racconti consiste nella forza di reinventarsi e nel desiderio di farcela non solo per loro stessi, ma anche per aiutare altri che ancora non ce l’hanno fatta».
SOS Villaggi dei bambini fa parte del network internazionale di SOS Children's Villages, fondato nel 1949, oggi presente in 136 Paesi e impegnato da oltre 70 anni nel sostegno di bambini e ragazzi privi di cure familiari o a rischio di perderle. In Italia l’organizzazione è nata nel 1963 e oggi si prende cura di oltre 700 bambini, ragazzi e ldele loro famiglie, attraverso sei Villaggi SOS a Trento, Ostuni, Vicenza, Roma, Saronno e Mantova. Informazioni: www.sositalia.it