La Santa Sede può avere un ruolo importante nella mediazione tra Ucraina e Russia ma "questo momento non è arrivato". Per il governo ucraino non ci sono  le condizioni, in un Paese ancora sotto le bombe, per aprire un tavolo di pace. E in ogni caso, fa sapere il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba, chiunque voglia aiutare questo processo, compreso il Vaticano, "non può essere neutrale", non può mettere i due Stati sullo stesso piano. E in una conferenza stampa aggiunge: "Non si può insistere sul concetto di fratellanza, non siamo fratelli, questa è la storia di Caino e Abele". Ma le ultime parole del Papa, e soprattutto la sua commozione durante l'Immacolata, "è arrivata dritta al cuore degli ucraini". La compassione del POntefice, ha affermato Kuleba,  “significa molto per noi e va direttamente al cuore degli ucraini, ovviamente aspettiamo la sua visita”. Il ministro ha ricevuto il gruppo di giornalisti in viaggio dal 4 dicembre con le Ambasciate presso la Santa Sede di Polonia e Ucraina.

"Lui ha molti seguaci qui, nella Chiesa cattolica romana e in quella greca, ma anche al di là di questo la visita del Papa sarebbe accolta da una parte molto più ampia della società ucraina, non solo da coloro che appartengono alla Chiesa greco-cattolica, perché è un simbolo di compassione e di sostegno spirituale. Non vediamo l’ora di accoglierlo”, dice il ministro.

Secondo Kuleba il governo di Kiev guarda con favore ad un possibile ruolo della Santa Sede in una futura trattativa di pace ma "la triste verità è che non è ancora arrivato il momento per la mediazione e la ragione è il presidente Putin. Se vuoi la pace, non mandi missili ogni settimana per distruggere le nostre infrastrutture, non continui a mandare militari per catturare le nostre città, non annetti territori che sono di altri".

E mentre Mosca accusa l'occidente di voler aprire nel Caucaso un secondo fronte contro la Russia, il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, teme che i combattimenti in Ucraina possano trasformarsi in una guerra tra la Russia e l'Alleanza atlantica: "E' una guerra che può diventare una grande guerra a pieno titolo tra la Nato e la Russia. Stiamo lavorando ogni giorno per evitarlo".

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