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venerdì 04 ottobre 2024
 
L'eredità culturale
 

Vattimo, il filosofo che si metteva dalla parte dei deboli

20/09/2023  Ricordo del pensatore scomparso ieri a 87 anni: pensatore inquieto e creativo, si oppose a ogni forma di dogmatismo e di violenza. Nel Cristo sofferente riconobbe l'insegnamento della vicinanza agli emarginati e della tolleranza

Pensiero debole, cioè pensiero in movimento. Bisogna intendersi sull’espressione “pensiero debole” con cui si vuole indicare la cifra del pensiero di Gianni Vattimo, il filo conduttore di una vita, prima ancora che di una filosofia, in continua evoluzione.

Certamente Vattimo è esponente di spicco in Italia del postmoderno, ovvero del rifiuto di una verità assertiva, oggettiva, incontrovertibile, a cui si lega – nella sua visione - una giustificazione della violenza, della soppressione dei diritti guarda caso dei più deboli. In questo senso il pensiero debole e sì la rinuncia a un riferimento assoluto, ma anche la via che conduce alla vicinanza ai più fragili: una posizione, questa, che in Vattimo fu rafforzata anche dalla vocazione cristiana del suo pensiero. Quindi lotta a ogni forma di dogmatismo e presa di distanza da ogni ideologismo. Da un punto di vista filosofico, questa posizione si tradusse nella critica a Hegel e a Marx (peraltro recuperato per alcuni aspetti sulle tematiche del lavoro) e a uno studio profondo e originale di Nietzsche (il nichilismo antimetafisico) a Heidegger (il primo Heidegger, quello di Essere e tempo), Derrida (la decostruzione dei blocchi ideologici e culturali) e Gadamer (l’ermeneutica).

Che cosa resta dunque dopo il rifiuto del dogma e della verità oggettiva? Non tanto una forma di relativismo, quanto la ricerca storicistica di quella “debole verità” rintracciabile in ogni espressione storica. Di qui anche i tanti movimenti “politici” di Vattimo, tesi a sposare i partiti e i movimenti che meglio incarnavano questa visione.

Anche il rapporto del filosofo con il cristianesimo va letto alla luce di questa impostazione teoretica di fondo. Il Dio di Vattimo non è certo un Dio onnipotente, è piuttosto un Cristo che, nel suo sacrificio per gli uomini, nella Croce, ha rivelato la sua debolezza facendosi infintamente vicino ai deboli e agli emarginati e insegnandoci il valore della tolleranza e della compassione. Un pensiero in movimento, sincretico per certi versi nel fondere elementi di nichilismo, comunismo, storicismo, esistenzialismo, ecologismo, postmodernismo e cristianesimo, dal quale “estrarre” la lezione della vicinanza ai più fragili e del rifiuto di quei pensieri forti che pretendono di imporre con la forza la loro volontà.

 
 
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