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Lo avevano definito il presidente più povero del mondo. Anche se lui, parlando una volta, nel 2015, all’allora re di Spagna Carlos di Borbone, spiegò: “Poveri sono coloro che hanno bisogno di tanto. Io ho imparato a vivere con un bagaglio leggero”. José “Pepe” Mujica, ex presidente dell’Uruguay, è scomparso all’età di 89 anni (ne avrebbe compiuti 90 il 20 maggio), a causa di un cancro. Una vita – la sua - sobria, semplice, umile, improntata alla frugalità e all’austerità. Un esempio raro, ammirevole di leader politico lontano anni luce dal lusso, dalla ricchezza, dall’ostentazione, apertamentre avverso a ogni forma di consumismo.
Nato nel 1935 a Montevideo, Mujica, al tempo della dittatura nel suo Paese – cominciata con il colpo di Stato del 1973 e durata fino al 1985 – si unì come guerrigliero ai Tupamaros (Movimento di liberazione nazionale), un’organizzazione di guerriglia urbana di ispirazione marxista-leninista attiva in Uruguay tra gli anni ’60 e ’70. Fero da arma da fuoco, fu arrestato e trascorse molti anni in carcere, fino al 1985, quando, ripristinata la democrazia in Uurguay, venne liberato grazie a un’amnistia.
In seguito, intraprese la carriera politica, come deputato, senatore, ministro, infine presidente dal 2010 al 2015, quando decise di non ricandidarsi, nonostante l’enorme popolarità globale che la sua figura certamente molto carismatica aveva guadagnato. Durante il suo mandato presidenziale Mujica rinunciò alla maggior parte del suo compenso, che destinò in beneficenza. Si rifiutò sempre di disfarsi del suo amato Maggiolino blu del 1987 che gli stato regalato da amici. Famose sono rimaste le immagini che lo ritraggono vestito in modo molto semplice e dimesso, amagari anche alla guida di un trattore, nella piccola, umile fattoria alla periferia di Montevideo nella quale scelse di vivere con Lucía Topolansky, la donna che conobbe ai tempi della sua clandestinità, che ha sposato, è rimasta al suo fianco per tutta la vita e che in un’intervista a Bbc Mundo lui aveva definito “molto più di una compagna”.
Personalità di spicco della sinistra latinoamericana, molto vicino al presidente venezuelano leader del socialismo bolivariano del XXI secolo Hugo Chavez e amico del presidenre brasiliano Lula, il presidente dell’Uruguay promosse riforme sociali, alcune delle quali suscitarono molte controversie, in particolare la depenalizzazione dell’aborto, l’introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e la legge che ha portato l’Uruguay ad essere il primo Paese al mondo a legalizzare la produzione, la vendita e il consumo della cannabis. Pur dichiarandosi contrario all’uso di droghe, infatti, Mujica era molto preoccupato dal narcotraffico ed era convinto che l’unica strada da percorrere fosse quella della legalizzazione perché la via repressiva, per lui, era una guerra persa.
(Foto Ansa)



