Desolante. L’affossamento del disegno di legge sulla nuova cittadinanza, ossia il cosiddetto Ius culturae o Ius soli temperato, lascia l’amaro in bocca. I senatori non hanno nemmeno avuto il coraggio di dire no. È mancato il numero legale. Non c’erano, e quelli che c’erano se ne sono andati. Una pagina triste per il nostro Paese.

 

L’attendevano 800 mila bambini e ragazzi, che non erano né di destra né di sinistra, che non erano stranieri, perché nati in Italia o cresciuti in Italia da moltissimi anni. È mancato il numero legale per 800 mila nuovi italiani, moltissimi dei quali parlano la nostra lingua e vivono immersi nella nostra cultura tanto quanto noi. Non c’è molto altro da commentare. Lo si sapeva da tempo che sarebbe finita così. Chi aveva dichiarato solennemente che si sarebbe battuto fino all’ultimo perché la legge passasse, ancora una volta non ha mantenuto le promesse. Ne prendiamo atto. Così come prendiamo atto che chi invece questa legge non la voleva, agitando fantasmi dettati dalla xenofobia, ha vinto.

 

Lasciamo la parola all’Unicef, che ha commentato duramente la mancata approvazione del provvedimento: «Siamo indignati», ha detto Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. «Doveva essere un gesto di civiltà, come qualcuno ha detto tempo fa, invece si chiude nel modo più incivile possibile, lo ius soli non verrà approvato. Basta ipocrisie elettorali. È un atteggiamento davvero inaccettabile quando si tratta di bambini e ragazzi. L'Italia ha violato l'articolo 2 della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza in materia di non discriminazione, è un dato di fatto malgrado le continue raccomandazioni dei Comitati Onu».



«In tanti però si sono spesi per questa causa», ha aggiunto Iacomini. «Esiste una buona Italia che come sempre sopperirà alle assurdità dei calcoli elettorali. Saranno quei cittadini della società civile e delle associazioni che continueranno a lavorare seriamente ogni giorno per arginare i danni di questo ennesimo scempio parlamentare e faranno capire a questi 800 mila minori quanto essi contino per gli adulti responsabili del Paese. È una brutta pagina della nostra storia repubblicana quella che si consumerà allo sciogliersi delle Camere, che sul tema della cittadinanza si ripete tristemente oramai da dieci anni».