La sezione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha di recente presentato il primo Rapporto Europeo sulla prevenzione del maltrattamento degli anziani. Nello studio sono stati presi in considerazione 53 Paesi membri e i dati, forse sorprendenti, mostrano che oltre alla violenza sui minori e sulle donne in futuro dovremo mettere a tema anche la violenza sugli anziani.

In Europa vivono circa 10.000 anziani che subiscono quotidianamente abusi fisici, 4 milioni di anziani in un anno ricevono percosse, bruciature, ferite da coltello oppure, sono costretti a vivere in condizioni di prigionia. Altre forme di maltrattamento comuni riguardano la malnutrizione e gli abusi finanziari compiuti a loro danno. Ogni anno, poi, 8.500 anziani muoiono per mano di un familiare nei Paesi aserenti all'OMS.

Come per tutte le altre violenze “fatte in casa” l'argomento è tabù: spesso il maltrattamento non viene denunciato e anche chi ne è a conoscenza spesso preferisce ignorare il fatto e non denunciare gli abusi.

In generale i soggetti particolarmente a rischio di maltrattamenti sono gli anziani non autosufficienti, categoria ulteriormente fragile nei paesi meno ricchi e nelle fasce della popolazione meno abbiente: situazioni dove la cura familiare non è integrata dai servizi pubblici e privati oppure dove mancano i mezzi  economici per accedere ai servizi/sostegno nella gestione della cura quotidiana. Spesso gli anziani, e in particolare le donne, hanno un reddito basso, fattore che li posiziona più facilmente in una situazione di dipendenza.

La coabitazione fra l'anziano e il "maltrattante" spesso facilita l'insorgenza di questi episodi di violenza. In molti casi, queste realtà sono abbinate a situazioni di disagio sociale del familiare generate dall'utilizzo di sostanze stupefacenti, episodi di criminalità e ristrettezze economiche.

Fra le raccomandazioni dell'OMS segnaliamo le seguenti:
-   intensificare gli studi sulla violenza sugli anziani, coinvolgendo varie discipline;
-   migliorare la raccolta dei dati, a partire da una definizione  condivisa;
-   sviluppare la prevenzione primaria, sensibilizzare  e formare gli operatori del settore;
-   sviluppare le risposte adatte laddove il problema si presenta;
-   evitare, attraverso politiche di protezione sociale, che situazioni di dipendenza  
     economica spingano gli anziani verso una dipendenza totale;
-   sensibilizzare l'opinione pubblica attraverso i mass-media e la formazione;
-   introdurre contratti intergenerazionali  e politiche innovative a livello individuale,   
     familiare comunitaria e sociale;
-   sviluppare una Carta dei diritti che definisca gli standard da rispettare.