È una tra le più entusiaste per l’iniziativa. Paola Binetti, deputato uscente dell’Udc capolista nel Lazio, Liguria e Abruzzo per le prossime elezioni non ha dubbi sul fatto che “il forum delle associazioni familiari faccia un lavoro meritorio di supporto alla politica sui temi familiari. Il recente manifesto è in continuità con un impegno che il forum si è assunto da anni”.

- Quindi corre convinta per la famiglia?

«Ho sottoscritto in pieno il Manifesto e fatto mio lo slogan “io corro per la famiglia”. Non solo sono determinata a fare non solo da punto di riferimento per questa campagna ora, ma anche dell’impegno parlamentare dopo. La cosa positiva è che questo impegno è stato chiesto trasversalmente a parlamentari che già dalla scorsa legislatura sono stati attenti a questo tema e a quanti nella prossima vorranno impegnarsi concretamente su questo fronte. Non si tratta di un impegno generico. Il forum infatti è poi molto attento, nel corso della legislatura, a invitare questi parlamentari, a far presente i problemi della famiglia e a vedere in che modo assieme si possono affrontare le situazioni».

- C’era bisogno di un impegno esplicito con il manifesto?


«Credo di sì. Non tanto per sensibilizzare le coscienze dei parlamentari che al tema della famiglia sono attenti, ma per tessere una rete trasversale per una azione politica efficace. Credo che il forum faccia un lavoro eccellente proprio per questa trasversalità».

- Trova realistico, in tempi di crisi, pensare di poter destinare alle famiglie un punto di Pil come chiede il forum?

«Grilli, ministro del welfare ci ha rassicurati sul fatto che i conti dell’Italia, ancorché difficili, in questo momento sono in ordine e non c’è bisogno di una manovra aggiuntiva. Quindi sicuramente non si chiederanno altre risorse. C’è però da restituire una parte dei sacrifici alle famiglie attraverso una politica oggettiva di decompressione fiscale. Per fare questo bisognerà togliere i soldi da qualche parte. Se riuscissimo a fare, per esempio, quella riforma costituzionale di abolizione delle province di cui sempre si parla potremmo recuperare delle risorse».


- Siamo a un punto di svolta?

«La 17esima legislatura nell’anno 2013, non sono superstiziosa, deve essere quella della svolta con delle riforme coraggiose e molto forti. Credo che occorra sottrarre risorse in campi dove si intravede un rischio di distrazione inutile e concentrarli dove ci sono altre priorità. E la famiglia è la priorità».  

- Il forum propone anche la cosiddetta Vif, cioè la Verifica dell’impatto sulle famiglie. Un’attenzione che forse doveva già essere presente negli scorsi anni.

«Senz’altro sì. Io ho proposto, durante questa legislatura, una authority per la famiglia. Una sorta di ente superiore con il quale i ministeri devono interagire proprio per verificare l’impatto dei provvedimenti. Così come l’art 85 della Costituzione impone che per ogni provvedimento ci sia la copertura finanziaria, così si dovrebbe imporre anche un controllo sulle ricadute sulla famiglia. Abbiamo avuto, con il Governo Prodi, un ministero per la Famiglia. Con uno slogan si potrebbe dire che, forse, più che un ministero per la famiglia servirebbe più famiglia nei ministeri».