Scatta il risarcimento del danno a carico del proprietario dell'appartamento che ha montato una canna fumaria a una distanza inferiore ai dieci metri dall'appartamento adiacente producendo emissioni superiori alla soglia consentita. A stabilirlo è la seconda sezione civile della Corte si Cassazione con sentenza 18262 che ha rigettato il ricorso dei coniugi proprietari dell'abitazione "incriminata" spiegando come " il giudice di appello ha dato conto, infatti, sulla base della C.T.U., che la prossimità della canna fumaria all'appartamento degli attori (distante appena tre metri e mezzo) e l'uso della canna fumaria per il riscaldamento domestico e per la cottura dei cibi, comportava il superamento di tale limite, non rilevando che, in occasione dell'esperimento peritale, non fossero state constate immissioni di fumo a causa della mancanza di vento".