C’è un luogo nascosto tra le colline verdi dell’Umbria dove il tempo scorre più lento, i racconti si intrecciano, e il silenzio delle case isolate lascia spazio al rumore lieve delle risate e dei ricordi. È Casa Bice, nel cuore di Massa Martana, piccolo comune in provincia di Perugia, dove ogni settimana giovani e anziani si ritrovano per condividere pomeriggi di amicizia, manualità e memoria.

Un esperimento sociale tanto semplice quanto potente, che unisce generazioni e combatte la solitudine, soprattutto nelle aree interne del Paese dove l’invecchiamento si vive spesso in silenzio, tra mura che sanno di ricordi ma sempre più raramente di presenza. Dal novembre 2023, grazie alla cooperativa sociale Pepita onlus, Casa Bice ha ripreso vita. «È un luogo speciale – racconta Ivano Zoppi, presidente di Pepita –. Qui, ogni lunedì e giovedì, un pulmino attraversa i paesini dei colli martani, raccoglie le signore anziane e le porta a Casa Bice. Sono tutte donne, alcune si conoscono da anni, altre si incontrano qui per la prima volta, ma dopo pochi minuti la distanza si annulla: si ride, si parla, si lavora insieme».



Questa casa non è un centro anziani qualsiasi. Porta con sé la storia e il desiderio di Beatrice Bratti, conosciuta da tutti come Bice, maestra molto amata del paese, che non avendo eredi ha deciso di lasciare la sua abitazione al Comune con un vincolo preciso: che diventasse un punto di riferimento per gli over 65 e per le persone con disabilità, un luogo di incontro e accoglienza, aperto alla comunità. Un progetto che ha richiesto anni di attesa burocratica prima di poter sbocciare, ma che oggi è realtà.

«Ogni settimana organizziamo laboratori creativi, piccole attività artigianali, cuciniamo insieme, leggiamo libri e dalle pagine nasce lo spunto per il confronto, gli aneddoti, le domande: i ricordi della guerra vissuta tra gli stenti e la Resistenza, i primi amori, le tradizioni del passato» spiega Zoppi. L’obiettivo è duplice: «Da un lato aiutiamo le persone a invecchiare restando parte attiva della società, dall’altro evitiamo che si perda il patrimonio umano e culturale che queste donne rappresentano».



Non si tratta di un servizio assistenziale, ma di un vero e proprio laboratorio di vita intergenerazionale. I ragazzi degli oratori di Todi, Spoleto e dei comuni vicini partecipano regolarmente ai “Pomeriggi insieme a Casa Bice”, portando entusiasmo e freschezza. «Le attività sono concrete: insieme agli anziani decoriamo la casa per Natale, costruiamo oggetti con materiali di recupero, prepariamo dolci o facciamo piccola manutenzione» racconta Zoppi.

Ma è nei momenti informali che si compie la magia: «Parlare di San Valentino, ad esempio, e scoprire come l’amore si viveva un tempo e come lo vivono oggi i giovani, è uno scambio che arricchisce tutti». Lo testimoniano i video realizzati da Famiglia Cristiana a Casa Bice, tra cui il confronto sul giorno degli innamorati e quello sul significato del Natale, dove le parole degli anziani si mescolano ai sogni e alle domande dei ragazzi. È un’umanità che si riconosce e si ascolta, in un contesto in cui le distanze generazionali sembrano annullarsi.



Casa Bice è anche un piccolo giardino di relazioni. Le piante che decorano gli spazi esterni sono portate direttamente dagli anziani dai loro balconi e orti. I dolci serviti durante i pomeriggi sono preparati a mano dalle partecipanti, secondo ricette tramandate di madre in figlia. «Questa casa è diventata una famiglia. Per molte è il primo motivo di uscire di casa dopo la perdita del marito o dopo anni di isolamento» osserva Zoppi. Alcune di loro, prima di Casa Bice, non riuscivano nemmeno a varcare la soglia di casa per la depressione. «Adesso aspettano con gioia quei due pomeriggi: si sentono di nuovo parte di qualcosa».



Eppure, il futuro del progetto è incerto. «Pepita da anni sostiene il progetto con il suo personale formato e mette anche a disposizione un mezzo di trasporto trasporto gratuito che accompagna e riporta a casa le signore dal centro. La cooperativa sostiene il progetto, ma da un anno il Comune non riesce più e supportarci in alcun modo e senza nuove risorse economiche non potremo andare avanti a lungo» avverte Zoppi.

Il centro funziona grazie al lavoro degli educatori di Pepita e ai volontari, ma è totalmente auto-sostenuto. Per questo la cooperativa ha lanciato una campagna di raccolta fondi, sia tramite bonifico sia online, per garantire continuità alle attività (informazioni su www.pepita.it/casa-bice/). «Non stiamo solo offrendo un passatempo – conclude Zoppi – ma stiamo ricucendo legami sociali che rischiano di sfilacciarsi. In questi piccoli borghi, quando si perde la socialità, si perde un pezzo di comunità. E ogni sorriso ritrovato qui dentro è una conquista per tutti».