Come al solito, piena e convinta condivisione sul tema imbarazzante e vergognoso per il nostro Paese del “reato di clandestinità”. È pure imbarazzante registrare qualche esitazione sulla vostra proposta anche nei nostri ambienti cattolici. Confido che le vostre spinte diano maggiore vigore a quelle con cui lo Spirito Santo e il buon papa Francesco agitano e inquietano la Chiesa, restituendoci il sapore di una rinnovata fecondità delle parole e dei segni.
don Carmine G.

Per il suo primo viaggio, papa Francesco ha scelto di andare a Lampedusa, l’isola cui approdano tanti immigrati, poveri cristi stipati come bestie sulle carrette del mare. Sono alla ricerca di speranza e futuro per sé stessi e i propri figli. Fuggono da guerre, miseria e fame. Per molti, più di ventimila, la traversata s’è trasformata in un viaggio di morte, bruciati dal sole o annegati tra le onde di un mare che è stato la loro tomba in un cimitero a cielo aperto. Lo stesso mare, il Mediterraneo, che è stato, per secoli, culla di civiltà e delle tre grandi religioni monoteiste. Papa Francesco ha pianto di fronte a tanta sofferenza e dolore: un dramma ignorato dai “grandi” del mondo. Gli stessi che, senza pudore, premevano per accompagnarlo e sfruttare la passerella davanti alle Tv di tutto il mondo. Non c’è limite all’ipocrisia e all’infantilismo politico. Ma, poi, qualcuno ha tentato di ridimensionare i gesti e le parole di Francesco. Come a dire: «Il Papa pensi a pregare e non si impicci di come noi gestiamo profughi e immigrati». Vera manifestazione di «anestesia del cuore» o di «globalizzazione dell’indifferenza» che, nel nostro Paese, ha mietuto vittime in abbondanza. È per questo che abbiamo reagito contro il vergognoso silenzio dei politici cattolici che non hanno speso una sola parola per deplorare le bacchettate di chi intendeva insegnare al Papa il suo “mestiere” o delimitargli i confini della compassione verso gli ultimi. Sono gli stessi che, a ogni occasione, ostentano l’identità cristiana ma che, al fischio del loro padre-padrone, corrono in Tv a difenderne ogni nefandezza. Per dare seguito al viaggio del Papa, abbiamo lanciato sul  sito una petizione per abolire il reato di clandestinità. Vi invito a firmarla. È il minimo che possiamo fare per rendere giustizia a chi abbiamo tanto maltrattato. Il Papa ha chiesto perdono agli immigrati. Sarebbe bene che lo facessero anche tutti quelli che hanno votato leggi xenofobe. I politici cattolici per primi.