Con 16 milioni di abitanti Delhi, capitale dell'India e ottava metropoli del mondo, ha un sacco di problemi da risolvere. Per esempio, come smaltire le 7.000 tonnellate di rifiuti che produce ogni giorno. Le tre discariche attualmente in funzione hanno già superato la massima capacità prevista, con montagne di rifiuti alte fino a 30 metri. La soluzione, annunciata per la fine del mese, sarà l'apertura di un nuovo impianto, che non solo raccoglierà le eccedenze, ma soprattutto le trasformerà in carburante per uso industriale.
Il progetto è il primo nella capitale ad affrontare il problema dello smaltimento anche dal punto di vista ecologico: per prima cosa, infatti, i rifiuti saranno rigorosamente differenziati tra organici, riciclabili, combustibili e tossici. Inoltre, per prevenire l'assorbimento dei liquami tossici liberati dalla combustione, il terreno della discarica è stato impermeabilizzato con tre strati compressi di terra battuta e polietilene. Anche i gas prodotti durante la fase di decomposizione saranno trattati e depurati dalle sostanze tossiche, prima di essere rilasciati nell'atmosfera. L'impianto inizierà con lo smaltimento di 1.300 tonnellate al giorno, ma ha una capacita' prevista per 4.000 tonnellate, quota che conta di raggiungere nei prossimi anni.
Non ci resta che la Jatropha
Il progetto, costato piu' di 2 milioni di dollari, dovrebbe dare respiro a due problemi che stanno diventanto drammatici non solo nella capitale indiana, ma anche nel resto del mondo, Italia in testa: i rifiuti e l'energia. Dopo le disastrose conseguenze del terremoto sulle centrali nucleari giapponesi, il mondo intero si sta interrogando sulla sicurezza dell'energia atomica e su forme alternative di produzione. Il progetto della nuova discarica di Delhi suggerisce una risposta che potrebbe rivelarsi strategica per il nostro futuro. In pratica utilizza la soluzione di un'emergenza – quella dei rifiuti – per risolverne un'altra - quella dell'energia. E lo fa, almeno sulla carta, nel rispetto della bio-etica.
“L'India non ha causato il problema del riscaldamento globale”, ha detto il Ministro per l'Ambiente Jairam Ramesh, “ma vogliamo essere sicuri di contribuire alla sua soluzione”. Per questo ha lanciato un piano quinquennale per lo sviluppo delle energie alternative, con l'obiettivo di coprire il 20% del fabbisogno nazionale: pannelli solari, pale eoliche e bio-combustibili, tra cui quelli estratti dai rifiuti. Ma non solo. Anche piante e radici possono trasformarsi in energia pulita, come per esempio un arbusto perenne e velenoso, di nome Jatropha curcas, diffuso soprattutto nelle aree tropicali.
La Jatropha cresce praticamente ovunque, sul ciglio della strada, come in zone aride e desertiche, e non ha quasi bisogno di acqua per sopravvivere. Produce dei semi, grossi circa come una noce, ricchi di olio non commestibile, ma utilizzabile tale e quale come combustibile, ovvero carburante, in motori Diesel modificati; oppure, se trasformato in bio-carburante, quest'olio prezioso può essere impiegato in tutti i motori Diesel, senza alcuna modifica. L'India vuole passare dai 5.000 km quadrati di coltivazione attuale, a 140.000 entro il quinquennio. Ma forse, anche l'Italia non farebbe male a cominciare a tenere qualche arbusto di Jatropha in giardino...
Il progetto è il primo nella capitale ad affrontare il problema dello smaltimento anche dal punto di vista ecologico: per prima cosa, infatti, i rifiuti saranno rigorosamente differenziati tra organici, riciclabili, combustibili e tossici. Inoltre, per prevenire l'assorbimento dei liquami tossici liberati dalla combustione, il terreno della discarica è stato impermeabilizzato con tre strati compressi di terra battuta e polietilene. Anche i gas prodotti durante la fase di decomposizione saranno trattati e depurati dalle sostanze tossiche, prima di essere rilasciati nell'atmosfera. L'impianto inizierà con lo smaltimento di 1.300 tonnellate al giorno, ma ha una capacita' prevista per 4.000 tonnellate, quota che conta di raggiungere nei prossimi anni.
Non ci resta che la Jatropha
Il progetto, costato piu' di 2 milioni di dollari, dovrebbe dare respiro a due problemi che stanno diventanto drammatici non solo nella capitale indiana, ma anche nel resto del mondo, Italia in testa: i rifiuti e l'energia. Dopo le disastrose conseguenze del terremoto sulle centrali nucleari giapponesi, il mondo intero si sta interrogando sulla sicurezza dell'energia atomica e su forme alternative di produzione. Il progetto della nuova discarica di Delhi suggerisce una risposta che potrebbe rivelarsi strategica per il nostro futuro. In pratica utilizza la soluzione di un'emergenza – quella dei rifiuti – per risolverne un'altra - quella dell'energia. E lo fa, almeno sulla carta, nel rispetto della bio-etica.
“L'India non ha causato il problema del riscaldamento globale”, ha detto il Ministro per l'Ambiente Jairam Ramesh, “ma vogliamo essere sicuri di contribuire alla sua soluzione”. Per questo ha lanciato un piano quinquennale per lo sviluppo delle energie alternative, con l'obiettivo di coprire il 20% del fabbisogno nazionale: pannelli solari, pale eoliche e bio-combustibili, tra cui quelli estratti dai rifiuti. Ma non solo. Anche piante e radici possono trasformarsi in energia pulita, come per esempio un arbusto perenne e velenoso, di nome Jatropha curcas, diffuso soprattutto nelle aree tropicali.
La Jatropha cresce praticamente ovunque, sul ciglio della strada, come in zone aride e desertiche, e non ha quasi bisogno di acqua per sopravvivere. Produce dei semi, grossi circa come una noce, ricchi di olio non commestibile, ma utilizzabile tale e quale come combustibile, ovvero carburante, in motori Diesel modificati; oppure, se trasformato in bio-carburante, quest'olio prezioso può essere impiegato in tutti i motori Diesel, senza alcuna modifica. L'India vuole passare dai 5.000 km quadrati di coltivazione attuale, a 140.000 entro il quinquennio. Ma forse, anche l'Italia non farebbe male a cominciare a tenere qualche arbusto di Jatropha in giardino...


