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Cari amici lettori, un cordiale e affettuoso saluto a ciascuno di voi. Inizio il mio servizio come direttore di Famiglia Cristiana con «timore e tremore», ma con la consapevolezza che la nostra è una grande famiglia, nella quale il dialogo è fondamentale. Me ne sono reso conto fin da quando, nel 1991, sono entrato nella redazione della rivista, passando negli anni da redattore a caposervizio, a condirettore.
Tutti noi, partendo dai redattori e dai collaboratori e includendo ogni reparto che dà vita al giornale, cartaceo e digitale, siamo al vostro servizio, cari amici. La nostra è una bella squadra, fatta di professionisti che mettono l’anima in quello che fanno. Perché crediamo in un’informazione libera e di qualità, non al servizio dei potenti, ma del popolo, in particolare delle famiglie.
In questo siamo in sintonia con papa Francesco. Come lui, vogliamo stare dalla parte dei più poveri e dei più deboli, raccontando la vita concreta delle persone e spingendo i responsabili delle istituzioni ad agire sempre in vista del bene comune. Come papa Francesco, anche noi abbiamo come unica guida il Vangelo, cioè Gesù Cristo, volto misericordioso del Padre.
Lo stesso Signore Gesù che si identifica nei piccoli e nei poveri, come leggiamo nel capitolo 25 di Matteo: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi».
Cari amici, il titolo della nostra rivista già dice tutto: siamo al servizio della famiglia, delle persone che la compongono, del popolo, e parliamo di tutto, ma cristianamente.
L’espressione è del beato don Giacomo Alberione, fondatore della Società San Paolo, la congregazione a cui appartengo. Ed è ai miei superiori che voglio dire ora il mio grazie, per la fiducia che mi hanno accordato.
Un grazie speciale va poi a don Antonio Sciortino, con il quale ho condiviso in piena sintonia la direzione negli ultimi anni. Egli ha saputo tenere alta la credibilità e l’autorevolezza di Famiglia Cristiana in tempi non facili.
E grazie a tutti voi, cari lettori. Sono certo che faremo un bel cammino insieme. Mi sono rimaste impresse le parole di mia mamma quando le ho annunciato il nuovo incarico: «Adesso non sentirti superiore agli altri », mi ha detto, «resta umile».
Cercherò di tenerlo sempre bene in mente. Voi tutti, cari amici, pregate per me, se siete credenti, e se non lo siete pensate a un augurio o a un desiderio di bene.



