Il Journal of Neuroscience ha recentemente pubblicato i dati emersi da uno studio realizzato su una nuova classe di composti in grado di reagire in maniera selettiva sui recettori della melatonina MT2 che regolano l'insorgenza del sonno profondo, quello non-REM, regolato dai recettori MT1. A dirigere gli esperimenti è stata Gabriella Gobbi della McGill University e i risultati finora raccolti sono incoraggianti: il composto UCM765, testato sugli animali, favorisce realmente il sonno profondo. Al contrario dei farmaci tradizionali contro l'insonnia, l'UCM765 comporta un aumento del sonno profondo senza distorcere l'architettura del sonno stesso con la conseguenza che si riposa di più e meglio. Da qui si potrebbe infatti partire per sviluppare una nuova classe di farmaci contro l'insonnia davvero efficaci in considerazione del fatto che si tratta, a livello patologico, di una condizione che colpisce ben oltre il 10% della popolazione mondiale con conseguenze negative sul benessere psicofisico dei soggetti che ne sono vittime.
E il sonno diventa profondo
I risultati di uno studio diretto da una ricercatrice italiana negli Usa
11 gennaio 2012 • 13:30


