La notizia lascia costernati milioni di appassionati e gli addetti ai lavori del mondo del fumetto: Sergio Bonelli, 79 anni, è deceduto a Milano, dopo una breve degenza in ospedale. Pochi giorni fa avrebbe dovuto ricevere un premio alla carriera (l’ennesimo) a Città di Castello, dove sabato 24 settembre è stata inaugurata una mostra dedicata a “Un Uomo, Un'Avventura”, la serie a fumetti di grande pregio pubblicata dalla sua casa editrice tra il 1976 e il 1980.
Editore, autore, scrittore prolifico, Sergio Bonelli è stato uno dei giganti dell’editoria a fumetti italiana. Editore di Tex Willer e Dylan Dog, Zagor e Mister No, Martin Mystère e Nathan Never e di molti altri personaggi, ogni mese tra albi inediti, ristampe e raccolte la Sergio Bonelli Editore manda in edicola circa 30 testate. Sergio Bonelli è stato anche un apprezzato autore, ideatore di personaggi e sceneggiatore. Dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta, ha creato due successi editoriali come Zagor e Mister No.
Figlio d’arte (il padre Gianluigi Bonelli è stato il creatore di Tex Willer e di molti eroi del fumetti italiano, mentre la madre, Tea Bonelli, è stata un’imprenditrice di prim’ordine assumendo nel 1939 la direzione delle “Edizioni Audace” e ponendo le basi per la Sergio Bonelli Editore), Sergio Bonelli ha vissuto da sempre nel mondo del fumetto conoscendo personalmente e collaborando con migliaia di autori italiani e stranieri. Editore accorto ha sempre valorizzato i suoi autori permettendogli, pur all’interno degli schemi collaudati dell’avventura vissuta, di sperimentare personaggi e mondi narrativi.
Ha sperimentato e creato formati editoriali, permettendo ad intere generazioni di sognare e divertirsi leggendo e collezionando i suoi fumetti. Nel 2005 ha ricevuto dall’Università di Roma La Sapienza, la laurea honoris causa in Scienza della comunicazione, mentre la sua città Milano, l’ha insignito nel 2008, del prestigioso Ambrogino d’oro.
Autore, editore, scrittore, sceneggiatore. Sergio Bonelli da oltre cinquant’anni è un punto di riferimento per l’editoria a fumetti in Italia. Figlio d’arte: il padre ha creato Tex Willer, la madre ha fondato la casa editrice che ora dirige. Una casa editrice che ogni mese manda nelle edicole 23 testate, tra episodi inediti e ristampe, vendendo complessivamente circa 1 milione e 200 mila copie, e che conta su un organico di una cinquantina di persone e circa trecento collaboratori. Un vero colosso del fumetto nazionale, l’incarnazione del fumetto d’avventura in Italia.
Sergio Bonelli, celandosi dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta, ha anche creato due dei successi editoriali che ancora cavalcano le edicole: Zagor, nato nel 1961 e, nel 1975, Mister No. Il 26 aprile, Sergio Bonelli riceverà dall’Università degli Studi di Roma La Sapienza la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione: un riconoscimento di pregio per un percorso professionale dove si sono coniugati passione per l’avventura e professionalità. Un editore-artigiano che ha saputo imprimere ai suoi fumetti un marchio di riconoscibilità fatto di formati, stili narrativi, leggibilità e un delicato equilibrio tra autorevolezza e serialità. E il 6 maggio sarà la volta di una nuova serie a fumetti.
– Con la sua casa editrice sta lanciando un nuovo personaggio: ci può anticipare qualcosa?
«Promuovere un nuovo personaggio è un atto di fiducia, un’iniezione d’ottimismo. Con il nostro Brad Barron sviluppiamo un progetto editoriale che ci permette di sperimentare maggiormente, di essere più flessibili».
- Proponete una miniserie, mentre alcune vostre testate migrano verso case editrici minori. È segno di un piano di riorganizzazione editoriale?
«È solo uno sguardo attento sul presente, anche se per le testate Nick Raider e Jonathan Steele è più che altro uno slancio dell’anima. La migrazione verso altre case editrici è legata al fatto di non disperdere un patrimonio di lettori e di permettere ai personaggi di continuare a vivere. Ciò che per le dimensioni della nostra casa editrice non è più considerato sufficiente, per strutture più piccole può essere un’occasione. La nuova serie è invece un lanciarsi in nuove avventure, al di là della formula».
– Da anni nutrite la voglia d’avventura di generazioni di lettori…
«Questo è un po’ il tratto distintivo della casa editrice. Mi riempie di orgoglio quando trovo ragazzi o anche gente meno giovane che mi dicono: “Grazie, lei mi ha fatto sognare”. Anche se il grazie dovrei dirlo io a loro, per l’affetto con cui mi seguono da anni».
– Che idea si è fatto dei suoi lettori?
«Un’idea abbastanza precisa, essendo spesso in contatto con loro alle manifestazioni del fumetto e attraverso le molte lettere, cui mi dedico personalmente. Sono persone attente, curiose, disponibili. Il fumetto richiede attenzione, serenità di lettura, tempo».
– E lei ricambia questa dedizione con prodotti curati e risparmiando ai suoi lettori la pubblicità…
«In fondo io so fare solo questo e cerco di farlo al meglio, rispettando il lettore che mi dà fiducia. Per la pubblicità si tratta di una punta di orgoglio personale. C’è stato un periodo, negli anni Cinquanta, in cui cercavo nella pubblicità un aiuto per la casa editrice; non se ne fece nulla e ora mi permetto di rifiutarla. Anche per una forma di riguardo del lettore, al quale non voglio sottrarre spazio né proporre cose che mi sono estranee».
– Lei ha firmato due dei successi della casa editrice, Zagor e Mister No. Sappiamo che la serie di Mister No, dopo 30 anni, si sta avviando alla conclusione: perché ora?
«Perché il personaggio, un simpatico perdigiorno, ha esaurito la sua spinta propulsiva, modificandosi nel tempo. È giunto il momento di salutare...».
– Come si congederà dai suoi lettori Mister No?
«Con il suo stile scanzonato. La storia che sto scrivendo sarà ambientata nella Manaus degli anni Settanta. Voglio mettere a fuoco la fine di un mondo, quello dell’Amazzonia. Un mondo dove economia e progresso hanno forse migliorato le condizioni di vita, ma hanno peggiorato l’umanità, le relazioni umane». Mister No si prepara a dire addio ai lettori, mentre il suo autore continua a tenere salde le redini della casa editrice: una fabbrica d’avventure che ha il raro privilegio di far sognare e divertire. Brad Barron è già pronto.
Editore, autore, scrittore prolifico, Sergio Bonelli è stato uno dei giganti dell’editoria a fumetti italiana. Editore di Tex Willer e Dylan Dog, Zagor e Mister No, Martin Mystère e Nathan Never e di molti altri personaggi, ogni mese tra albi inediti, ristampe e raccolte la Sergio Bonelli Editore manda in edicola circa 30 testate. Sergio Bonelli è stato anche un apprezzato autore, ideatore di personaggi e sceneggiatore. Dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta, ha creato due successi editoriali come Zagor e Mister No.
Figlio d’arte (il padre Gianluigi Bonelli è stato il creatore di Tex Willer e di molti eroi del fumetti italiano, mentre la madre, Tea Bonelli, è stata un’imprenditrice di prim’ordine assumendo nel 1939 la direzione delle “Edizioni Audace” e ponendo le basi per la Sergio Bonelli Editore), Sergio Bonelli ha vissuto da sempre nel mondo del fumetto conoscendo personalmente e collaborando con migliaia di autori italiani e stranieri. Editore accorto ha sempre valorizzato i suoi autori permettendogli, pur all’interno degli schemi collaudati dell’avventura vissuta, di sperimentare personaggi e mondi narrativi.
Ha sperimentato e creato formati editoriali, permettendo ad intere generazioni di sognare e divertirsi leggendo e collezionando i suoi fumetti. Nel 2005 ha ricevuto dall’Università di Roma La Sapienza, la laurea honoris causa in Scienza della comunicazione, mentre la sua città Milano, l’ha insignito nel 2008, del prestigioso Ambrogino d’oro.
"Grazie, lei mi ha fatto sognare"
Ripubblichiamo l'intervista per Famiglia Cristiana rilasciata nel 2005 da Sergio Bonelli a don Stefano Gorla, direttore del Il Giornalino.
Autore, editore, scrittore, sceneggiatore. Sergio Bonelli da oltre cinquant’anni è un punto di riferimento per l’editoria a fumetti in Italia. Figlio d’arte: il padre ha creato Tex Willer, la madre ha fondato la casa editrice che ora dirige. Una casa editrice che ogni mese manda nelle edicole 23 testate, tra episodi inediti e ristampe, vendendo complessivamente circa 1 milione e 200 mila copie, e che conta su un organico di una cinquantina di persone e circa trecento collaboratori. Un vero colosso del fumetto nazionale, l’incarnazione del fumetto d’avventura in Italia.
Sergio Bonelli, celandosi dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta, ha anche creato due dei successi editoriali che ancora cavalcano le edicole: Zagor, nato nel 1961 e, nel 1975, Mister No. Il 26 aprile, Sergio Bonelli riceverà dall’Università degli Studi di Roma La Sapienza la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione: un riconoscimento di pregio per un percorso professionale dove si sono coniugati passione per l’avventura e professionalità. Un editore-artigiano che ha saputo imprimere ai suoi fumetti un marchio di riconoscibilità fatto di formati, stili narrativi, leggibilità e un delicato equilibrio tra autorevolezza e serialità. E il 6 maggio sarà la volta di una nuova serie a fumetti.
– Con la sua casa editrice sta lanciando un nuovo personaggio: ci può anticipare qualcosa?
«Promuovere un nuovo personaggio è un atto di fiducia, un’iniezione d’ottimismo. Con il nostro Brad Barron sviluppiamo un progetto editoriale che ci permette di sperimentare maggiormente, di essere più flessibili».
- Proponete una miniserie, mentre alcune vostre testate migrano verso case editrici minori. È segno di un piano di riorganizzazione editoriale?
«È solo uno sguardo attento sul presente, anche se per le testate Nick Raider e Jonathan Steele è più che altro uno slancio dell’anima. La migrazione verso altre case editrici è legata al fatto di non disperdere un patrimonio di lettori e di permettere ai personaggi di continuare a vivere. Ciò che per le dimensioni della nostra casa editrice non è più considerato sufficiente, per strutture più piccole può essere un’occasione. La nuova serie è invece un lanciarsi in nuove avventure, al di là della formula».
– Da anni nutrite la voglia d’avventura di generazioni di lettori…
«Questo è un po’ il tratto distintivo della casa editrice. Mi riempie di orgoglio quando trovo ragazzi o anche gente meno giovane che mi dicono: “Grazie, lei mi ha fatto sognare”. Anche se il grazie dovrei dirlo io a loro, per l’affetto con cui mi seguono da anni».
– Che idea si è fatto dei suoi lettori?
«Un’idea abbastanza precisa, essendo spesso in contatto con loro alle manifestazioni del fumetto e attraverso le molte lettere, cui mi dedico personalmente. Sono persone attente, curiose, disponibili. Il fumetto richiede attenzione, serenità di lettura, tempo».
– E lei ricambia questa dedizione con prodotti curati e risparmiando ai suoi lettori la pubblicità…
«In fondo io so fare solo questo e cerco di farlo al meglio, rispettando il lettore che mi dà fiducia. Per la pubblicità si tratta di una punta di orgoglio personale. C’è stato un periodo, negli anni Cinquanta, in cui cercavo nella pubblicità un aiuto per la casa editrice; non se ne fece nulla e ora mi permetto di rifiutarla. Anche per una forma di riguardo del lettore, al quale non voglio sottrarre spazio né proporre cose che mi sono estranee».
– Lei ha firmato due dei successi della casa editrice, Zagor e Mister No. Sappiamo che la serie di Mister No, dopo 30 anni, si sta avviando alla conclusione: perché ora?
«Perché il personaggio, un simpatico perdigiorno, ha esaurito la sua spinta propulsiva, modificandosi nel tempo. È giunto il momento di salutare...».
– Come si congederà dai suoi lettori Mister No?
«Con il suo stile scanzonato. La storia che sto scrivendo sarà ambientata nella Manaus degli anni Settanta. Voglio mettere a fuoco la fine di un mondo, quello dell’Amazzonia. Un mondo dove economia e progresso hanno forse migliorato le condizioni di vita, ma hanno peggiorato l’umanità, le relazioni umane». Mister No si prepara a dire addio ai lettori, mentre il suo autore continua a tenere salde le redini della casa editrice: una fabbrica d’avventure che ha il raro privilegio di far sognare e divertire. Brad Barron è già pronto.


