Computer, televisori, console, telefoni cellulari: gli apparecchi elettrici ed elettronici che passano quotidianamente tra le mani dei più piccoli sono tutti strumenti con una vita più o meno breve che si sa bene come usare, meno come smaltire quando diventano rifiuti non più utilizzabili o lasciano il posto ai nuovi arrivati all'avanguardia. Per dare ai bambini maggiore consapevolezza e insegnare loro l'importanza del riciclo anche di questi compagni quotidiani, è partito il progetto ReMedia Scuola, lunga vita alla tecnologia: si rivolge a oltre 20 mila studenti di quarta e quinta elementare di tutta Italia per insegnare loro con un gioco a conoscere meglio i Raee, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il progetto, ideato e realizzato da ReMedia (consorzio nazionale per la gestione eco-sostenibile di tutti i Raee, delle pile e accumulatori esausti) è patrocinato da Federambiente, Expo Milano 2015, Roma Capitale e Ministero dell’Ambiente.
Gli insegnanti degli istituti iscritti all’iniziativa hanno ricevuto un kit che contiene strumenti utili per coltivare nei più piccoli un approccio consapevole. A disposizione, tra le altre cose, il gioco "Missione Raee": una percorso che diventa una vera e propria sfida tra i partecipanti per accumulare eco-crediti raccogliendo i Raee e consegnandoli alle piazzole ecologiche. Lungo il tragitto, una serie di ostacoli o vantaggi mettono alla prova le conoscenze acquisite durante il percorso didattico sviluppato in classe, stimolando anche il confronto con la realtà sul territorio.
Molte finora le adesioni, superiori alla spettative: oltre 500 le richieste pervenute, circa 650 mila le persone che complessivamente entreranno in contatto con informazioni relative al riciclo di questo tipo di rifiuti, genitori e insegnanti compresi. «È un gioco interattivo - spiega Danilo Bonato, direttore generale di ReMedia -; c'è a disposizione anche un sito internet (www.remediascuola.it) con personaggi animati, il professor Green e Capitan Sostenibile, rispettivamente lo scienziato e il supereroe pasticcione, che accompagneranno i ragazzi nella scoperta. Abbiamo la fortuna di avere prodotti che ricicliamo apprezzati dai più piccoli come console, pc, cose a loro vicine. Il progetto tocca 10 città in tutta Italia ed è un tema che piace molto agli insegnati che hanno dimostrato grande interesse». Come avviene la gestione dell'attività in classe? «Ogni docente liberamente organizza il suo lavoro, si impara giocando e formadosi attraverso gli strumenti forniti. Ogni classe, poi, realizzarà un elaborato, i più belli dei quali saranno premiati in aprile: in palio, ovviamente, tre prodotti elettronici: al primo classificato andrà un televisore led 32 pollici per la classe, a ogni ragazzo un set di scrittura».
Un bidoncino sbarrato accompagna il foglietto illustrativo di un apparecchiatura elettrica o elettronica: come fare, dove buttarla quando non funziona più e non si può riparare? Certamente non nella spazzatura insieme a tutto il resto. Il Raee deve essere quindi portato presso i centri di raccolta appositi, le isole ecologiche (cliccare qui per i riferimenti dei siti più vicini a casa vostra). Se i rifiuti sono invece molto grandi e ingombranti, come gli elettrodomestici, sono i Cumini che in alcuni casi prevedono servizi a domicilio su richiesta.
Ma chi gestisce la raccolta dei Raee in Italia? Il Decreto Legislativo n. 151 del 2005, reso attuativo nel 2007 (cinque anni dopo la direttiva Direttiva 2002/96/CE dell’Unione europea) prevede che la responsabilità della gestione spetti ai produttori. Dunque: chi fabbrica, produce o rivende sotto proprio marchio questi apparecchi deve provvedere a finanziare le operazioni di ritiro, di trasporto, di trattamento, di recupero e di smaltimento eco-compatibile. I produttori perciò, riuniti in sistemi collettivi come previsto dalla legge, hanno creato consorzi finanziati da ciascuno in proporzione alla rispettiva quota di prodotti immessa sul mercato. I Consorzi provvedono a organizzare tutte le attività per una corretta gestione dei Raee.
Che cosa contengono all'interno questi rifiuti? Se tutti intuiscono che possono essere presenti sostenze dannose per l'uomo e per l'ambiente (nei condensatori, nei tubi catodici, nelle batterie..), come mercurio, piombo, cadmio, cromo esavalente e gas ozonolesivi, pochi invece sono consapevoli che essi custodiscono anche materiale di valore, dai metalli preziosi al vetro, dalla plastica all’alluminio, dal rame all’acciaio. Molti di questi hanno un valore che probabilmente con il tempo aumenterà sempre di più, considerato il crescente bisogno dell’uomo di attingere alle risorse non infinite offerte dalla natura. Anche per questo è essenziale che i RAee non vengano dispersi nell’ambiente.
«Dai piccoli elettrodomestici si arriva a recuperare in media fino al 92% di materiali che possono essere riutilizzati, leggiamo dal kit informativo distribuito agli insegnanti da Remedia. Tra le principali materie ricavate possiamo indicare risorse quali: metalli ferrosi (52%), plastica (24%), alluminio (2,2%), rame (2,5%). Una tonnellata di telefoni cellulari contiene mediamente 110 kg di rame, 60 kg di ferro, 15 kg di nichele 4 kg di altri metalli preziosi recuperabili, tra i quali oro e argento».
Quanti rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche vengono prodotti ogni anno? quanti quelli raccolti? I dati europei parlano di una produzione complessiva all'anno compresa tra i 9 e i 10 milioni di tonnellate, 3 milioni e mezzo delle quali sono raccolte dalle organizzazioni di produttori, in media circa 7 kg per abitante. Diversi appaiono i traguardi nell'ambito di ogni singolo Stato, con posizioni più alte in classifica per chi ha avviato da più tempo un sistema di gestione di questa tipologia di rifiuti: al top i paesi scandinavi, dove la raccolta di Raee è partita nel 2000 e ha portato oggi a una media di 16 kg di rifiuti recuperati per abitante.
In Italia la partenza è arrivata nel novembre 2007, quando è entrato ufficialmente in vigore il sistema di gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche disciplinato dal Decreto Legislativo 151 del 2005, la cui responsabilità è affidata direttamente ai produttori, come previsto dalla Direttiva Europea 2002/96/CE. Il terzo rapporto annuale sul sistema di ritiro dei Raee nel nostro paese segnala un incremento notevole nel 2010 pari al 27% rispetto all'anno precedente: oltre 245 milioni di kg di Raee raccolti sul territorio nazionale contro i 193 milioni del 2009, con un traguardo di circa 4 kg di Raee pro capite. E i dati aggiornati al 20 settembre 2011 segnalano complessivamente un ulteriore aumento dell' 11% rispetto allo spesso periodo del 2010. La strada da percorrere, tuttavia, appare ancora lunga se si considera che nel mondo ogni abitante> produce in media tra i 15 e i 18,5 kg di Raee all’anno.
Gli insegnanti degli istituti iscritti all’iniziativa hanno ricevuto un kit che contiene strumenti utili per coltivare nei più piccoli un approccio consapevole. A disposizione, tra le altre cose, il gioco "Missione Raee": una percorso che diventa una vera e propria sfida tra i partecipanti per accumulare eco-crediti raccogliendo i Raee e consegnandoli alle piazzole ecologiche. Lungo il tragitto, una serie di ostacoli o vantaggi mettono alla prova le conoscenze acquisite durante il percorso didattico sviluppato in classe, stimolando anche il confronto con la realtà sul territorio.
Molte finora le adesioni, superiori alla spettative: oltre 500 le richieste pervenute, circa 650 mila le persone che complessivamente entreranno in contatto con informazioni relative al riciclo di questo tipo di rifiuti, genitori e insegnanti compresi. «È un gioco interattivo - spiega Danilo Bonato, direttore generale di ReMedia -; c'è a disposizione anche un sito internet (www.remediascuola.it) con personaggi animati, il professor Green e Capitan Sostenibile, rispettivamente lo scienziato e il supereroe pasticcione, che accompagneranno i ragazzi nella scoperta. Abbiamo la fortuna di avere prodotti che ricicliamo apprezzati dai più piccoli come console, pc, cose a loro vicine. Il progetto tocca 10 città in tutta Italia ed è un tema che piace molto agli insegnati che hanno dimostrato grande interesse». Come avviene la gestione dell'attività in classe? «Ogni docente liberamente organizza il suo lavoro, si impara giocando e formadosi attraverso gli strumenti forniti. Ogni classe, poi, realizzarà un elaborato, i più belli dei quali saranno premiati in aprile: in palio, ovviamente, tre prodotti elettronici: al primo classificato andrà un televisore led 32 pollici per la classe, a ogni ragazzo un set di scrittura».
Un bidoncino sbarrato accompagna il foglietto illustrativo di un apparecchiatura elettrica o elettronica: come fare, dove buttarla quando non funziona più e non si può riparare? Certamente non nella spazzatura insieme a tutto il resto. Il Raee deve essere quindi portato presso i centri di raccolta appositi, le isole ecologiche (cliccare qui per i riferimenti dei siti più vicini a casa vostra). Se i rifiuti sono invece molto grandi e ingombranti, come gli elettrodomestici, sono i Cumini che in alcuni casi prevedono servizi a domicilio su richiesta.
Ma chi gestisce la raccolta dei Raee in Italia? Il Decreto Legislativo n. 151 del 2005, reso attuativo nel 2007 (cinque anni dopo la direttiva Direttiva 2002/96/CE dell’Unione europea) prevede che la responsabilità della gestione spetti ai produttori. Dunque: chi fabbrica, produce o rivende sotto proprio marchio questi apparecchi deve provvedere a finanziare le operazioni di ritiro, di trasporto, di trattamento, di recupero e di smaltimento eco-compatibile. I produttori perciò, riuniti in sistemi collettivi come previsto dalla legge, hanno creato consorzi finanziati da ciascuno in proporzione alla rispettiva quota di prodotti immessa sul mercato. I Consorzi provvedono a organizzare tutte le attività per una corretta gestione dei Raee.
Che cosa contengono all'interno questi rifiuti? Se tutti intuiscono che possono essere presenti sostenze dannose per l'uomo e per l'ambiente (nei condensatori, nei tubi catodici, nelle batterie..), come mercurio, piombo, cadmio, cromo esavalente e gas ozonolesivi, pochi invece sono consapevoli che essi custodiscono anche materiale di valore, dai metalli preziosi al vetro, dalla plastica all’alluminio, dal rame all’acciaio. Molti di questi hanno un valore che probabilmente con il tempo aumenterà sempre di più, considerato il crescente bisogno dell’uomo di attingere alle risorse non infinite offerte dalla natura. Anche per questo è essenziale che i RAee non vengano dispersi nell’ambiente.
«Dai piccoli elettrodomestici si arriva a recuperare in media fino al 92% di materiali che possono essere riutilizzati, leggiamo dal kit informativo distribuito agli insegnanti da Remedia. Tra le principali materie ricavate possiamo indicare risorse quali: metalli ferrosi (52%), plastica (24%), alluminio (2,2%), rame (2,5%). Una tonnellata di telefoni cellulari contiene mediamente 110 kg di rame, 60 kg di ferro, 15 kg di nichele 4 kg di altri metalli preziosi recuperabili, tra i quali oro e argento».
Quanti rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche vengono prodotti ogni anno? quanti quelli raccolti? I dati europei parlano di una produzione complessiva all'anno compresa tra i 9 e i 10 milioni di tonnellate, 3 milioni e mezzo delle quali sono raccolte dalle organizzazioni di produttori, in media circa 7 kg per abitante. Diversi appaiono i traguardi nell'ambito di ogni singolo Stato, con posizioni più alte in classifica per chi ha avviato da più tempo un sistema di gestione di questa tipologia di rifiuti: al top i paesi scandinavi, dove la raccolta di Raee è partita nel 2000 e ha portato oggi a una media di 16 kg di rifiuti recuperati per abitante.
In Italia la partenza è arrivata nel novembre 2007, quando è entrato ufficialmente in vigore il sistema di gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche disciplinato dal Decreto Legislativo 151 del 2005, la cui responsabilità è affidata direttamente ai produttori, come previsto dalla Direttiva Europea 2002/96/CE. Il terzo rapporto annuale sul sistema di ritiro dei Raee nel nostro paese segnala un incremento notevole nel 2010 pari al 27% rispetto all'anno precedente: oltre 245 milioni di kg di Raee raccolti sul territorio nazionale contro i 193 milioni del 2009, con un traguardo di circa 4 kg di Raee pro capite. E i dati aggiornati al 20 settembre 2011 segnalano complessivamente un ulteriore aumento dell' 11% rispetto allo spesso periodo del 2010. La strada da percorrere, tuttavia, appare ancora lunga se si considera che nel mondo ogni abitante> produce in media tra i 15 e i 18,5 kg di Raee all’anno.


