Morire e vivere, la morte e la vita, questo mistero infinito e mai svelato che ci avvolge, interroga, tormenta, ci apre alla speranza e alla disperazione, non può essere ridotto ad uno spot pubblicitario. Quello dell’Associazione Coscioni, dei  Radicali e del Comitato eutanaSia Legale a sostegno della proposta di legge popolare per legalizzare la libertà di porre fine alla propria vita.  La decisione “di staccare la spina”, di decidere di morire, è sempre, anche nelle situazioni più estreme, una scelta di una portata e di una ricaduta sotto tutti i versanti, così drammatica, e complessa, da chiedere, anche da parte di chi la sostiene, serietà , rispetto, consapevolezza . Nella verità e in quella vera libertà che è data dalla conoscenza diretta e completa, non solo ideologica o di parte.        

Per questo non si può ridurre questo problema così fondamentale ad una canzone di Vasco Rossi che canta “oggi voglio stare spento…” in una cornice surreale, per indurre a porre una firma a sostegno della proposta di legge di Eutanasia legale.  

Tutto questo è profondamente irrispettoso e irriverente per tutti coloro che abitano il dramma di un “ fine vita “ nell’intimità di una sofferenza che non sopporta la banalità e il dilettantismo. Una  superficialità inaccettabile. Non sopporta immagini e contesti ingannevoli, strumentalizzazioni emotive e visive. Come in questo spot che offende coloro che con fatica, amore, interrogativi e scommesse, vivono questa situazione.  

Oggi tutto viene ridotto a spettacolo sul palcoscenico di una comunicazione virtuale che ignora e nasconde la vera vita e la vera morte delle persone. Usare questo palcoscenico fittizio per indurre a decisioni di una portata così immensa come quella che riguarda il fine vita,  non è fare un servizio alla comunità . E' contribuire “al grande inganno” che domina e plagia  la nostra società ed ha  interessi ben lontani dal bene delle persone e della comunità .