Nel questionario che il Papa ha mandato a tutti i vescovi del mondo, in vista del Sinodo sulla famiglia, non ho trovato alcuna domanda che riguardasse i coniugi cristiani separati e divorziati, ma non risposati. Sono rimasto sorpreso e mi chiedo la ragione di questa dimenticanza. Non hanno bisogno anch’essi di un adeguato accompagnamento pastorale? A loro, che non vivono più l’esperienza umana e cristiana della comunità di vita e di amore coniugale, non è dovuta un’attenzione particolare di tenerezza da parte della Chiesa? Soprattutto mi domando: con la loro fedeltà, essi non sono un preciso e visibile segno di contraddizione nei confronti della “cultura del provvisorio” e una testimonianza preziosa dell’amore fedele? So che per molti di loro non è facile rimanere fedeli alle promesse del sacramento del matrimonio. Soprattutto per l’indifferenza e la commiserazione con cui si guarda alla loro scelta da parte di altri credenti. Ritengo che la preparazione al Sinodo sia un’occasione da non perdere per riflettere su come sostenere questi fratelli e sorelle. E per contrastare l’idea che la Chiesa sacrifichi la loro vita per rispetto della legge.
È significativo che papa Francesco abbia voluto dedicare due Sinodi alla famiglia, quello straordinario del 2014, in cui fare la mappa dei problemi e delle attese, e quello ordinario del 2015 per sanare le “ferite” e affrontare pastoralmente situazioni di unioni e convivenze diverse. Sarà una sorta di “Concilio sulla famiglia”, per fare il punto dopo la Familiaris consortio, l’Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, che risale a più di trent’anni fa. Il questionario che papa Francesco ha inviato ai vescovi del mondo ha inglobato tante questioni sulla famiglia, ma non voleva essere esaustivo. Lascia spazio a ogni parrocchia, gruppo o singolo che vorranno segnalare liberamente aspetti e situazioni trascurate o dimenticate. È importante, però, non perdere questa occasione di consultazione dal basso e far sentire la propria voce.
PADRE FRANCESCO M. – Cagliari
È significativo che papa Francesco abbia voluto dedicare due Sinodi alla famiglia, quello straordinario del 2014, in cui fare la mappa dei problemi e delle attese, e quello ordinario del 2015 per sanare le “ferite” e affrontare pastoralmente situazioni di unioni e convivenze diverse. Sarà una sorta di “Concilio sulla famiglia”, per fare il punto dopo la Familiaris consortio, l’Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, che risale a più di trent’anni fa. Il questionario che papa Francesco ha inviato ai vescovi del mondo ha inglobato tante questioni sulla famiglia, ma non voleva essere esaustivo. Lascia spazio a ogni parrocchia, gruppo o singolo che vorranno segnalare liberamente aspetti e situazioni trascurate o dimenticate. È importante, però, non perdere questa occasione di consultazione dal basso e far sentire la propria voce.


