Il cessate il fuoco in Ucraina da parte di Mosca appare ancora lontano. Eppure, in Occidente già si lavora per immaginare la fase post-bellica. Mentre la Russia prosegue la massiccia pressione militare sul territorio ucraino e le sirene degli allarmi continuano a risuonare costantemente in tutto il tutto il Paese, mantenendo alto il livello di tensione fra gli abitanti, l’Europa – affiancata dallo Nato e dagli Stati Uniti - si tenta di delineare una possibile strategia per fornire solide garanzie di sicurezza a difesa di Kyiv, già prima della fine della guerra.

Il summit della cosiddetta Coalizione dei volenterosi (creata lo scorso febbraio per definire linee di sostegno e protezione all’Ucraina a lungo termine), convocata il 4 settembre a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron e dal primo ministro britannico Keir Starmer su richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha tracciato tre principali garanzie: il dispiegamento di una forza militare di deterrenza sul suolo ucraino, pattugliamenti aerei e un sistema di sminamento navale. Molte questioni sono ancora in bilico, a partire dall'invio di truppe, sul quale diversi Governi non sono d'accordo (la premier italiana Giorgia Meloni ha escluso la presenza di soldati italiani in Ucraina).

La reazione da parte del Cremlino è stata – come del resto era prevedibile – durissima. “Se delle truppe dovessero comparire lì (in Ucraina), soprattutto ora durante i combattimenti, partiamo dal presupposto che saranno obiettivi legittimi", ha dichiarato Vladimir Putin, parlando all'Eastern Economic Forum (Eec) a Vladivostok, nell'estremo oriente russo. Qualunque presenza di soldati occidentali in territorio ucraino, insomma, per il Cremlino diventerebbe una minaccia nei confronti della Russia e quindi bersaglio militare delle forze di Mosca.

Il presidente russo ha aggiunto che il dispiegamento di una forza occidentale "non favorirebbe una pace a lungo termine".  Putin ha inoltre affermato che "se si raggiungessero decisioni che portassero alla pace, a una pace a lungo termine, allora semplicemente non vedo il motivo della loro presenza sul territorio ucraino. Perché se si raggiungessero accordi, nessuno dubiti che la Russia li rispetterebbe pienamente". Proprio su questo punto, l’affidabilità di Mosca nel rispettare gli accordi siglati e gli impegni presi, Kyiv ha dei forti – e del resto giustificati – timori, sulla base di quanto già avvenuto in passato. Per questo motivo l’Ucraina ritiene indispensabili delle solide garanzie di sicurezza e protezione a lungo termine: gli ucraini hanno paura che, in caso di una pace ingiusta e non a lungo termine, fra qualche anno il Paese possa ritrovarsi di nuovo sotto la concreta minaccia di un attacco russo. E’ quanto ha ribadito il presidente Zelensky intervenendo in video al Forum economico di Cernobbio: vuole chiudere la guerra ma se la pressione aumenterà, forse lo spingerà a farlo. Nessuno si fida, nessuno si fida dei russi ma non è questione di fiducia, bisogna far finire la guerra e abbiamo bisogno di Usa, Europa e dei Paesi del Sud globale che purtroppo ad oggi non sono coinvolti ma ci lavoreremo". E ha aggiunto: "L'armata ucraina è un'armata grande, 800.000 persone, è la più grande in Europa. E' una garanzia per la sicurezza dell'Ucraina e ovviamente per tutta  l'Europa. Se l'armata è forte, l'Europa non è in pericolo. Queste sono le cose importanti".

La strada verso un reale dialogo fra Kyiv e Mosca resta ancora in salita. Sulla proposta avanzata già tempo fa da Zelensky di un incontro faccia a faccia con Putin, il leader del Cremlino continua a porre evidenti freni.  “Se ci dicono che vogliono incontrarci e che dovremmo andare da qualche parte per avere l'incontro”, è stata la dichiarazione di Putin riportata dall’agenzia Interfax, “credo che queste richieste siano semplicemente eccessive. Se vogliono incontrarci, siamo pronti. Il miglior luogo è la capitale della Russia, la città eroina Mosca".

(Foto Ansa: i presidenti Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky a Parigi sul summit della Coalizione dei volenterosi)