Nella Striscia di Gaza le speranze di pace, dopo oltre due anni di guerra, appaiono ancora lontane. A pochi giorni dalla definizione dell’accordo fra Israele e Hamas e dall’inizio dell’attesa tregua, le bombe sono tornata colpire il Territorio palestinese, provocando una nuova strage. E il mondo guarda con preoccupazione alla situazione della Striscia e al destino della martoriata popolazione palestinese. 

L’intesa già nata con molte incognite ed elementi di fragilità ora rischia di saltare a causa dell’escalation della tensione e degli attacchi. Israele ha denunciato la violazione del cessate il fuoco da parte dei miliziani di Hamasche avrebbero lanciato un attacco contro le forze israeliane (Idf) nella zona di Rafah, nel Sud. Come reazione, l'esercito israeliano ha sferrato una serie di raid aerei su Rafah e Beit Lahia. Di fronte alle presunte violazioni della tregua da parte di Hamas il Governo di Benyamin Netanyahu a minacciare il ritorno alla guerra totale contro i miliziani della Striscia, fomentato dal ministro dell'ultradestra Itamar Ben Gvir che ha chiesto al premier di riprendere le operazioni militari a pieno regime. 

Dal canto suo Hamas ha negato le accuse dichiarandosi non responsabile degli scontri a Rafah. «Riaffermiamo il nostro pieno impegno a implementare tutto ciò che è stato concordato, primo fra tutti il cessate il fuoco in tutte le aree della Striscia di Gaza», hanno dichiarato le Brigate Ezzedine Al-Qassam.Da Washington ammettono che la tregua è appesa a un filo, che la situazione è ancora in bilico e gli Stati Uniti invitano Israele a una risposta moderata e proporzionata per scongiurare che la tregua venga definitivamente mandata in fumo. E la popolazione di Gaza ripiomba nel terrore e nell’insicurezza.

Intanto il valico di Rafah resta chiuso e l’ingresso degli aiuti militari, dunque, continua a essere bloccato.  Israele ha dichiarato che il valico resterà chiuso fino a quando tutte le salme degli ostaggi israeliani rapiti non saranno stati restituiti alle loro famiglie. Hamas ha annunciato di aver identificato un altro cadavere da restituire agli israeliani. Ma ne mancano ancora 15 all'appello.  

(Foto Ansa: abitanti della zona di Khan Younis osservano i lavori di uno scavatore per cercare i corpi degli ostaggi israeliani)