Da tempo ormai si protrae il braccio di ferro tra il Gemelli, che vanta un credito, dal 2006, di poco superiore ai 900milioni di euro, e la Regione Lazio. Una situazione che sta mettendo in seria difficoltà il policlinico e che ha portato l’amministrazione, nei mesi scorsi, a minacciare la disdetta dei contratti per cinquemila lavoratori occupati nell’azienda.
Non solo, nel mese di maggio, quando in cassa c’erano centomila euro appena, il policlinico ha rischiato di non pagare gli stipendi. Dalla fine del 2011 la Regione, che avrebbe dovuto corrispondere 38 milioni di euro al mese, non aveva versato alcun rateo e i vertici aziendali si erano trovati con una preoccupante situazione di mancanza di liquidità. Gli stipendi, alla fine, sono stati pagati, seppur in ritardo, perché la Regione ha poi deciso di dare mandato di pagamento almeno per quella somma. Ma i finanziamenti che arrivano a singhiozzo e un pregresso sul quale Policlinico e Regione si stanno dando battaglia in tribunale, non aiutano a guardare il futuro con serenità. E, seppure la presidente della Regione, Renata Polverini, assicura di avere a cuore le sorti di uno dei maggiori poli sanitari del Lazio, le azioni concrete raccontano un’altra storia. Per gli oltre 220 milioni di euro, per esempio, sui quali un lodo arbitrale ha già deciso dando ragione al Policlinico, la Regione ha fatto ricorso alla corte di appello (che deciderà nel 2014) bloccando intanto i versamenti. Già nell’agosto del 2011 una nota del Gemelli informava che «la massa creditizia dell'ultimo quinquennio ammonta a 701 milioni di euro (112 di interessi); da aggiungere altri 224 milioni oggetto di contenzioso rispetto al quale l'Università Cattolica ha già visto riconosciute le proprie ragioni da un lodo, pronunciato all'unanimità e vincolante. Nonostante ciò il lodo non è stato eseguito ed è stato impugnato dalla Regione Lazio. Al fine di impedire che l'attuale situazione giunga al punto di “non ritorno” provocando conseguenze assai difficilmente governabili è decisivo il ruolo della Regione Lazio, sia nel chiudere responsabilmente e consensualmente la situazione dei crediti pregressi, sia in particolare nel sottoscrivere un nuovo accordo che, nel presente e per il futuro immediato, permetta al Policlinico "A. Gemelli" il regolare funzionamento di ogni giorno e, quindi, il mantenimento degli attuali livelli di assistenza».
A distanza di un anno, però, a cambiare è stato soltanto il debito della Regione verso la struttura. «Non dobbiamo dimenticare, però», si giustifica la Polverini, che «questa è una Regione sottoposta a un piano di rientro. Nell’ambito dei passi che dobbiamo rispettare per riportare sotto controllo i conti della sanità nel Lazio stiamo lavorando con un'intesa forte con il ministero della Salute e di qui a breve saremo in grado di sanare anche questa situazione che ormai si trascina da troppi anni».
E mentre i dipendenti continuano le loro proteste all’ingresso del policlinico, anche il ministro della salute, Renato Balduzzi, prova a tranquillizzare: «C’è un’attenzione costante da parte del nostro ministero e la legge di stabilità per il 2013 avrà il compito di sciogliere il nodo della stipulazione di un nuovo protocollo tra Università Cattolica, Gemelli e Regione Lazio che sia capace di superare le incertezze, anche per poter sbloccare più facilmente le risorse che anche la manovra dello scorso anno prevedeva per i policlinici gestiti da università non statali».
In attesa che qualcuno salvi il Gemelli, il policlinico continua il suo lavoro di eccellenza. I dati dicono che è la prima struttura ospedaliera della Regione Lazio per numero di ricoveri (circa 100mila all’anno) e per la quota di ricoveri di alta complessità; che è l’ospedale che in Italia ha la maggiore capacità di attrazione di pazienti proveniente da fuori Regione (oltre 17mila degenti extra Regione nell’anno 2011); che è il più grande ospedale oncologico del Paese. Sulla ricerca scientifica, poi, risulta che, nel 2010, sono state 1.585 le pubblicazioni scientifiche pubblicate con il contributo di almeno un docente della facoltà di Medicina connessa al Policlinico e che, nello stesso anno, le risorse destinate alla ricerca sono state di 14.873.710 euro, di cui ben 9.815.903 provenienti da enti esterni, soprattutto privati.


