Tornata elettorale nella Repubblica Democratica del Congo. Dopo l’intenso lunedì vissuto nelle piazze per la chiusura della campagna elettorale, martedì 19 dicembre, vigilia dell’apertura dei seggi elettorali, è stato piuttosto tranquillo. C’era silenzio elettorale a tutti i livelli: il traffico in genere caotico della capitale Kinshasa è stato contenuto e nessun c’è stato molto rumore mediatico. I congolesi sono invitati alle urne oggi mercoledì 20 dicembre dalle 6.30 alle 17.30. Più di 43 milioni i congolesi elettori, più di 75.000 seggi elettorali, più di 100.000 candidati per le liste presidenziali, legislative e municipali. Le sfide logistiche delle elezioni sono lo specchio del Paese: un’impresa colossale che porta sempre con sé numerose polemiche. Proprio ieri, membri del governo sono tornati sull’impedimento posto alla missione d’osservazione dell’Unione Europea. Il vice primo ministro e ministro dell’Interno, Peter Kazadi, ha indicato che gli esperti dell'UE si erano dotati di mezzi che sarebbero potuti penetrare nel sistema della CENI, la commissione elettorale nazionale indipendente, incaricata di organizzare la macchina elettorale. Il governo ha comunque accreditato le missioni di altre organizzazioni regionali e continentali, vale a dire l’Unione Africana, la SADC (Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale) e la ICGLR (Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi). La missione di osservazione dell'EAC (Comunità dell'Africa orientale) non è stata convalidata a causa delle tensioni tra il Congo Kinshasa e alcuni paesi membri di questa organizzazione.

Tutte le forze di sicurezza sono mobilitate davanti ai seggi elettorali e nelle principali piazze del Paese. Le frontiere del paese sono chiuse e tutti i voli aerei sono sospesi fino a giovedì 21 dicembre, ad eccezione di alcuni voli internazionali.

La Chiesa cattolica è impegnata a sostenere il processo elettorale ed ha schierato, d’accordo con la Chiesa evangelica protestante, una missione di osservazione con un sistema di conteggio parallelo specifico per le sole elezioni presidenziali. Gli osservatori sono inviati in un campione rappresentativo di 1.056 seggi elettorali nelle 26 province, coprendo 178 città e territori e invieranno i loro rapporti al centro di raccolta ed elaborazione dati di Kinshasa in orari prestabiliti. Questa missione di osservazione verificherà in modo indipendente i risultati elettorali dopo l'annuncio del vincitore da parte della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente, ma prima della deliberazione della Corte Costituzionale; inoltre fornirà aggiornamenti in tempo reale sulla base dei rapporti degli osservatori.

Nonostante alcuni dubbi emersi dalle ultime uscite mediatiche dei candidati, il popolo congolese resta calmo e determinato ad andare alle urne. Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, si tratta di uno scrutinio a turno unico durante il quale il capo dello Stato viene eletto a maggioranza semplice. Il presidente uscente, Félix Tshisekedi, cerca un secondo mandato di altri cinque anni davanti ad un'opposizione molto frammentata. Quest'anno a questo scrutinio si aggiunge l'elezione dei deputati nazionali e provinciali. Per queste due elezioni, gli elettori dovranno scegliere tra più di 25.000 candidati i loro prossimi rappresentanti al Parlamento di Kinshasa e tra più di 44.000 contendenti i loro deputati provinciali. In alcuni casi ci sono più di 900 candidati in corsa per la stessa posizione: in molti ambiscono ad occupare una posizione nel potere pubblico.

Il sistema di voto è semi elettronico e questo significa che i primi andamenti dello spoglio saranno pubblicati davanti ai seggi elettorali la sera stessa del 20 dicembre. I risultati finali dovrebbero essere annunciati ufficialmente dalla Corte Costituzionale il 31 dicembre 2023.