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«Il silenzio è il microscopio dell’anima e il telescopio del cielo. Ci fa vedere quelle cose di noi stessi che a occhio nudo, nella quotidianità convulsa, non scorgiamo. Il silenzio è la frequenza giusta per “riconnetterci” con noi stessi e con Dio». Queste le parole di fra Emiliano Antenucci, religioso Cappuccino di 40 anni che ha scelto il silenzio come missione. A lui Famiglia Cristiana (n. 31) in edicola da giovedì 29 luglio dedica il servizio di copertina.
«È Maria la vera icona del silenzio», ci suggerisce fra Emiliano che nel santuario di Avezzano, aperto nel maggio 2020 in un ex convento per volontà di papa Francesco, custodisce una bellissima icona della Vergine del Silenzio. Un’opera realizzata dalle monache benedettine dell’Isola di San Giulio d’Orta, in provincia di Novara. L’icona mostra la Madre di Dio che porta il dito alle labbra della mano sinistra, in un gesto che invita dolcemente a tacere, mentre quella destra invita a fermarsi, calmarsi e aspettare. Sul retro una significativa frase del pontefice che ha voluto una copia dell’icona e l’ha collocata nel cortile di San Damaso, in Vaticano: «Non sparlare degli altri!».
Nella cornice suggestiva del santuario chi lo desidera può partecipare ai “corsi del silenzio”, organizzati da Emiliano Antenucci. Si basano sulla “cristoterapia”. Gli ingredienti sono silenzio, Eucaristia e Parola di Dio.


Ma il raccoglimento, come medicina del corpo e dell’anima, regna anche a Torino: «È una condizione interiore da sperimentare, conoscere, coltivare. Un’occasione per vivere nella pace il tumulto e i cambiamenti nel quotidiano, per ritrovare sé stessi». Lo spiega Juri Nervo, da 22 anni educatore nel mondo del carcere e del disagio giovanile e fondatore a Torino dell’Eremo del Silenzio, una piccola ma significativa realtà nata nel luogo che mai ti aspetteresti, l’ala di un vecchio carcere le cui mura trasudano ancor oggi di angoscia e sofferenza di tanti uomini e donne passati da lì.
Come immagine che potesse rappresentare il messaggio dell’Eremo è stato scelto l’”abbraccio benedicente”, quello del padre della parabola che riaccoglie in casa il figlio. L’icona invita tutti ad accettare di essere abbracciati. Il 23 giugno scorso l’icona è stata benedetta da papa Francesco in piazza San Pietro.



