Caro padre, tra le tante umane follie non manca di stupirmi quella di festeggiare il tempo che passa. Capisco che lo si faccia quando si è molto giovani e si vive nell’illusione che il futuro possa riservare chi sa quali gioie e soddisfazioni. Ma quando gli anni si accumulano bisognerebbe capire che il trascorrere del tempo ti ruba forza, salute, facoltà fisiche e mentali oltre che affetti e persone care, scagliandoti inesorabilmente nel baratro della vecchiaia e infine nella tomba. Penso che nessuno accoglierebbe a braccia aperte il ladro che viene a svaligiargli la casa o l’assassino che viene ad ammazzarlo. Se solo ci riflettessero un attimo i tanti che già smaniano in attesa delle “feste di fine anno’’ e che non vedono l’ora di buttar fuori quello vecchio per accogliere trionfalmente il nuovo...
SALVATORE RUSSO
Caro Salvatore, il tempo che passa può essere paragonato a un ladro che ci ruba forza, salute, affetti. Il paragone del ladro si trova anche nel Vangelo ed è ripreso da san Paolo, ma non è riferito al tempo, ma al Signore stesso. Il suo giorno, spiega l’apostolo, «verrà come un ladro di notte» (1Ts 5,1). L’invito è a vivere bene, come figli della luce, a vegliare sulla nostra vita perché sia conforme all’amore di Dio. E allora per noi il Signore non sarà come un ladro che ci deruba in modo inaspettato, e la vita non si concluderà nella tomba, ma nell’incontro gioioso con il nostro Salvatore. Che senso ha, allora, festeggiare compleanni o l’inizio di un nuovo anno? Ringraziare per il dono della vita e per le nuove possibilità che abbiamo di amare, fare del bene, donare un sorriso. I limiti e i malanni dell’età non ci impediscono di fare tutto questo. E di essere felici.


