Lo decise Papa Pio XII l’11 novembre 1949, accogliendo il voto unanime dei cappellani militari dei Carabinieri e dell’ordinario militare per l’Italia, monsignor Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone. Da quel momento, la ‘Virgo Fidelis’ è diventata patrona dei carabinieri. Tale titolo attribuito alla Madonna era stato proposto in relazione al motto araldico dell’Arma, ‘Nei secoli fedeli’. La celebrazione della Virgo Fidelis ricorre il 21 novembre, data nella quale la Chiesa festeggia la presentazione di Maria Vergine al Tempio e l’Arma ricorda un avvenimento particolare: la battaglia di Culqualber del 1941, nella quale perse la vita un intero battaglione dei carabinieri.

Proprio alla Virgo Fidelis, ad Avellino, è stato dedicato un luogo di culto e di legalità, grazie all’iniziativa dei militari della Benemerita e della curia locale. Una piccola chiesa abbandonata, adiacente alla caserma del Comando Provinciale dei Carabinieri, è stata sottratta all’incuria e al decadimento. La struttura, che ricade nella parrocchia avellinese di San Ciro, fu danneggiata durante il terremoto del 1980 in Irpinia e utilizzata a fasi alterne fino a una decina di anni fa, quando l’aumentare dei cedimenti la rese pericolante e costrinse la curia alla sua chiusura. Poi, il progetto di restauro e la scelta di dedicare la cappella alla Virgo Fidelis.



Nei mesi scorsi, la cerimonia solenne di inaugurazione alla presenza del Vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello, del Generale di Corpo d’Armata Andrea Rispoli, già Comandante Interregionale Carabinieri Ogaden, dei vertici irpini dell’Arma dei Carabinieri, del Sindaco di Avellino, Gianluca Festa. Spiega don Luciano Gubitosa, parroco di San Ciro, parrocchia nella quale ricade la chiesa della Virgo Fidelis, rettore della cappella e promotore dell’opera di restauro: «Originariamente questa chiesetta era dedicata all’Immacolata, nel 1905 il vescovo Angelini la rilevò dalla famiglia Speranza. Da tempo pensavo di restaurarla e di rendere omaggio ai carabinieri, per via della presenza del Comando Provinciale di Avellino, accanto alla chiesa.

Grazie ad una opportunità di finanziamento pubblico e ad una raccolta fondi parrocchiale, sono riuscito nell’intento di donare nuova vita a questo edificio di culto. Mi piaceva l’idea di un luogo che diventasse punto di riferimento per i carabinieri e allo stesso tempo rappresentasse un plauso per il loro operato. I militari dell’Arma svolgono un ruolo fondamentale per la comunità e dunque è giusto mostrare riconoscenza e ricordare che anche loro hanno bisogno di sostegno e conforto. In questa chiesa dedicata alla Vergine ci sarà una messa a settimana, sarà a disposizione dei carabinieri per le loro celebrazioni, per la preghiera individuale, per l’adorazione eucaristica. Un modo, questo, per rendere ancora più solido il legame tra i carabinieri, sempre presenti tra la gente, e la comunità irpina». Fede, devozione, senso del dovere. Sono molteplici i valori che lega la Benemerita alla Madonna Virgo Fidelis. Spiega il colonnello Domenico Albanese, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Avellino: «La fede svolge un ruolo essenziale nella vita di un carabiniere. La devozione alla Virgo Fidelis viene spesso associata all’esser fedeli al proprio dovere e a tutelare i cittadini con impegno e dedizione. La Madonna viene vista come una figura protettrice e rifugio di sicurezza, un simbolo di forza morale, di conforto e sostegno per affrontare situazioni talvolta complesse e altamente rischiose.

Tutti gli appartenenti all’Arma, sin dal giorno in cui indossano la divisa, hanno ben presente l’impegno all’essere fedeli, riconoscendosi nello storico motto ‘Nei secoli fedele’. Nell’immagine iconica la Vergine Maria, patrona dell’Arma, è raffigurata in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada, legge in un libro le parole ‘Sii fedele sino alla morte’. Quelle parole sono dirette a tutti noi carabinieri, di ogni ordine e grado, alimentano il nostro coraggio ed esprimono tutta la nostra forza dell’essere anime salde, partecipi alla giusta causa, obbedienti alla verità, pronti a riconoscerci in una grande famiglia dai valori condivisi, primo tra tutti la fedeltà nel nome della Vergine».

La chiesetta rappresenterà un presidio di legalità non soltanto per la vicinanza alla caserma ‘Litto’ ma anche per la scelta delle immagini dei testimoni di fede, collocate all’intern. Santi e beati, o semplicemente persone che hanno vissuto una vita coerente ai valori della fede cristiana, di giustizia e di onestà. Racconta don Luciano Gubitosa: «In chiesa, oltre all’icona della Madonna, ci saranno quadri che raffigurano santi moderni e che rimandano al senso del dovere perché i santi vanno pregati ma soprattutto imitati nella vita quotidiana. Dunque, ecco la scelta di figure in grado di essere uno stimolo nella fede per tutti i credenti. C’è il quadro del vice brigadiere Salvo d’Acquisto, sacrificatosi il 23 settembre 1943 per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste; ci sarà un dipinto raffigurante il giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 e venerato come beato e martire della Chiesa cattolica. E ancora, un’immagine di Giorgio La Pira, servo di Dio, per proporlo come modello di riferimento per i politici del nostro tempo, e una del giovanissimo beato Carlo Acutis, fonte di ispirazione per i ragazzi».