È uscita in punta di piedi dal palcoscenico della vita Eleonora Giorgi, ma la sua lezione resterà nel cuore di tanti. Una lezione di fede vissuta e d’amore intenso, più forte di tutto. Colpita da un tumore al pancreas, arrivato ormai all’ultimo stadio con metastasi al cervello, l’attrice, produttrice e regista, icona di bellezza e glamour negli anni Settanta e Ottanta, aveva scelto di rendere pubblica la sua lotta contro il male. Senza vittimismo o collera, ma con forza, con la voglia di condividere pensieri importanti ai quali questa sfida impari l’aveva portata. Più volte aveva ribadito che a darle coraggio era la certezza dell’esistenza di un Dio «che è sempre stato nel mio cuore», che «ha voluto tutto ciò che era nella mia vita», traendo la convinzione che quest’ultima fosse soprattutto «un senso di affidamento». Per questo voleva spingere tutti a riflettere sull’importanza di «vivere senza sprecare il nostro tempo dietro gelosie, ansie inutili e frustrazioni» e di considerare «ogni giorno come un regalo».

Eleonora Giorgi si è spenta nella clinica romana dov’era ricoverata per sottoporsi alla terapia del dolore, circondata dai suoi cari, i figli Andrea, nato dal matrimonio con l’editore e produttore Angelo Rizzoli, e Paolo, avuto dal secondo marito Massimo Ciavarro, che le è stato pure vicino fino all’ultimo. Andrea aveva raccontato nel libro "Non ci sono buone notizie" come l’anno in cui si è appreso della malattia della madre era stato quello più bello, perché aveva fatto ritrovare a tutti il senso più profondo della famiglia, l’unione vera, mentre di solito «presi dalle nostre individualità procedevamo come rette vicine ma parallele». Eleonora ha voluto assaporare quest’unità e quest’amore fino all’ultimo respiro, impazzita di tenerezza anche per il nipotino Gabriele e per la nuora Clizia Incorvaia, moglie di Paolo, che chiamava «nuvola rosa», per sottolinearne la carica positiva.