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La morte sincrona delle Gemelle Kessler - da loro desiderata contemporanea - solleva molti dibattiti oggi che hanno a che fare con temi importanti della vita in generale, ma non solo. La loro morte e il modo in cui l’hanno fatta avvenire apre molte questioni: quelli sulla vita, sul suo valore, sul suicidio assistito, sulla possibilità di poter decidere quando spegnere l’interruttore della propria esistenza in modo autodeterminato. Si tratta di sfide che oggi sono presenti nella nostra vita di esseri viventi del terzo millennio e che hanno a che fare con l’etica, la morale, la filosofia, la bioetica.
Ma nel caso delle due celebri showgirl c’è un altro aspetto che colpisce tanto: il fatto che queste due donne hanno vissuto le loro due vite, facendole diventare una vita unica. Le gemelle Kessler hanno sempre fatto tutto insieme. Nel lavoro, la loro forza derivava non solo dalle loro indubbie competenze e abilità sulla scena, ma anche dal fatto che quelle abilità fossero messe in scena da due donne praticamente identiche e indistinguibili. Nella vita e nel lavoro, quando venivano intervistate erano sempre assieme. Difficile per un profano sapere chi era Alice e chi era Ellen, perché il fatto di essere “le Kessler” donava loro un’identità generata nell’essere coppia, nell’essere due.
Sapersi individuare come unici a se stessi, quando si nasce in una coppia di gemelli omozigoti, rappresenta una sfida non da poco. È una sfida educativa per i genitori che devono decidere come permettere a quei due figli identici di sviluppare la propria personale unicità e diversità. Quando li devi vestire, quando li devi iscrivere a scuola, quando devi organizzare la loro festa di compleanno, la cosa più semplice è sempre moltiplicare tutto per due. Invece, ognuno di noi avrebbe bisogno di ricevere un’educazione “tailor made”, ovvero sartoriale, fatta su misura. Ma non è cosa semplice, con due gemelli omozigoti. Perché loro stessi, spesso, tendono a diventare una cosa sola. Hanno due cervelli che spesso lavorano all’unisono e quando sono piccoli, ci sono gemelli che sviluppano un loro linguaggio personale, incomprensibili a chi non appartiene alla loro coppia.
Insomma, per due gemelli omozigoti, il rischio della fusione simbiotica, di scegliere l’altro fratello come una parte di sé con cui rimanere non semplicemente in contatto e in relazione, ma a cui rimanere saldamente affrancati – come un francobollo alla sua busta – è davvero una possibilità con cui affrontare la vita e le sfide che essa porta con sé. Compresa la più terribile e temuta: ovvero la morte. E la vicenda di Alice ed Ellen, con la loro decisione di finire insieme il loro percorso terreno, sembra esserne conferma.



