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Un gesto di totale e disinteressata generosità: e non si tratta di un versamento in denaro a una persona bisognosa ma della donazione di una parte di sé. Li chiamano samaritani e sono i donatori anonimi di rene. Non che ce ne siano molti, ma talvolta accade. L’ultimo episodio ieri al Policlinico di Milano, dove è arrivata sgommando una Lamborghini della polizia stradale con il suo carico prezioso destinato a un uomo siciliano di 40 anni che lo aspettava da tempo perché soffriva di insufficienza renale cronica. Sua moglie si era resa disponibile ma purtroppo non era compatibile. L’intervento è stato fatto immediatamente, il paziente è stato preparato con farmaci appositi, ed è durato meno di due ore. Tanta è stata la riconoscenza della coppia, che la donna ha detto di volersi rendere a sua volta disponibile per una donazione anonima. In effetti è stato dimostrato che l’organismo umano può vivere tranquillamente con un rene solo, ma si tratta pur sempre di un gesto coraggioso, soprattutto se si pensa che non ci sono legami con il destinatario dell’organo. La legge comunque prevede che con il consenso di entrambi ci possa essere un contatto tra il donatore e il ricevente. La prima donazione di rene samaritana in Italia è avvenuta tre anni fa, nell’aprile 2015. Ne sono seguite un’altra nel luglio 2016 e tre nel 2017. Sei in tutto. È notizia di questi giorni che l'ospedale di Novara ha festeggiato il centesimo trapianto di rene da vivente. È stata una madre a donare l'organo alla propria figlia, affetta da una malattia immunologica, confermando - afferma il professor Vincenzo Cantaluppi, responsabile della struttura di nefrologia-centro trapianti - un fatto «ormai consolidato e cioè che sono le donne, siano esse madri o moglie, ad essere più propense alla donazione». Il trapianto renale da donatore vivente, ha aggiunto il commissario dell'azienda ospedaliero-universitaria, Mario Minola, rappresenta una delle eccellenze, dove tutte le strutture coinvolte nel trapianto, dalla nefrologia alla urologia, chirurgia vascolare, dialisi, anestesia e rianimazione e molti altri specialisti, concorrono a risultati di prestigioso livello per i nostri pazienti. La storia di una moglie che dona il rene al marito è al centro del bel romanzo di Silvia Vecchini Le parole giuste, edito da San Paolo
Chi volesse candidarsi a donare un rene si può rivolgere agli ospedali o al centro nazionale trapianti per manifestare la propria volontà. A quel punto inizia lo studio clinico per individuare un ricevente compatibile e uno studio psicologico su chi dona, per verificare che sia una scelta consapevole e priva di qualsiasi coercizione». Due le commissioni che mettono sotto esame il candidato, più il benestare di un giudice.
Chi volesse candidarsi a donare un rene si può rivolgere agli ospedali o al centro nazionale trapianti per manifestare la propria volontà. A quel punto inizia lo studio clinico per individuare un ricevente compatibile e uno studio psicologico su chi dona, per verificare che sia una scelta consapevole e priva di qualsiasi coercizione». Due le commissioni che mettono sotto esame il candidato, più il benestare di un giudice.



