Con l’avvicinarsi del nuovo anno, e pensando al rinnovo dell’abbonamento, mi permetto di darle un piccolo consiglio. Dato che a ogni rinnovo corrisponde un omaggio-regalo a tutti coloro che, come me, prenotano la rivista tramite la parrocchia e, considerata la perdurante crisi economica, la pregherei se possibile di proporre per il prossimo anno un omaggio che sia “made in Italy” anziché di qualche altro Paese, Cina in testa. Certo, è un piccolo gesto, ma da qualche parte bisogna pur cominciare per aiutarci a uscire dal tunnel della crisi in cui siamo. Mi viene in mente quel detto che ricorda che anche la montagna più grande è fatta di tanti piccoli sassolini. Consapevole della diversità dei costi di produzione tra l’Italia e la Cina, io – come penso tantissimi altri abbonati – mi accontenterei di un omaggio meno oneroso pur di aiutare una qualsiasi azienda italiana.
Hai perfettamente ragione, caro Alberto, occorre davvero promuovere tutto ciò che è “made in Italy”. Anche perché è il nostro marchio di qualità, invidiato in tutto il mondo, soprattutto per alcuni prodotti. E si dovrebbe puntare su ciò per uscire dalla crisi. Perché tutto ci possono copiare, e con prezzi più ridotti sul mercato, ma la nostra qualità è difficile da riprodurre. L’Italia è una terra “benedetta da Dio” per la bellezza e la varietà dei paesaggi, per l’arte e la cultura, per il cibo e la moda, ma non sappiamo sfruttare al meglio questo immenso patrimonio, questo nostro vero “petrolio”. Ogni iniziativa, piccola o grande, che va in questa direzione non può che essere ben accolta e promossa.
ALBERTO B.
Hai perfettamente ragione, caro Alberto, occorre davvero promuovere tutto ciò che è “made in Italy”. Anche perché è il nostro marchio di qualità, invidiato in tutto il mondo, soprattutto per alcuni prodotti. E si dovrebbe puntare su ciò per uscire dalla crisi. Perché tutto ci possono copiare, e con prezzi più ridotti sul mercato, ma la nostra qualità è difficile da riprodurre. L’Italia è una terra “benedetta da Dio” per la bellezza e la varietà dei paesaggi, per l’arte e la cultura, per il cibo e la moda, ma non sappiamo sfruttare al meglio questo immenso patrimonio, questo nostro vero “petrolio”. Ogni iniziativa, piccola o grande, che va in questa direzione non può che essere ben accolta e promossa.


