Ma le continue critiche nei confronti di vescovi, sacerdoti, Curia..., anche se in ogni gruppo c’è buono e cattivo, non danneggiano la Chiesa tutta? Sono un padre di tre figli, operaio, cattolico, frequentante e credente, e tutto questo mi fa molto male, mi mette un sacco di dubbi. Penso che se si vuole sfasciare tutto siamo sulla buona strada. Forse anche in alto serve meno esuberanza e più riflessione, non siamo in America latina. Qui le parole è meglio che siano chiare. Scusi lo sfogo, ma sono molto deluso e fatico a trasmettere questa fede, che mi sembra sempre più svuotata di fondamento, ai miei figli.

LUCA


Caro Luca, le critiche non sono mai mancate nella Chiesa e possono essere utili, se fatte con amore, in vista del bene. Il criterio da seguire lo ha ben espresso sant’Agostino: «Ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene». A volte, invece, le critiche sembrano solo piene di malizia.

Riguardo al Papa e al suo stile, forse non a tutti piace, ma lui sta solo chiedendo a tutti noi di riscoprire nel Vangelo, nelle parole e nella vita di Gesù la radice della nostra fede. Che non è prima di tutto una dottrina fatta di idee chiare e distinte, ma accoglienza di un Dio che ci ama, un cammino, a volte faticoso, sulle orme di Gesù Cristo, trasformati dal suo Spirito d’amore per amare i nostri fratelli. Non in astratto, ma nella vita quotidiana. Come ha scritto Francesco nell’esortazione Gaudete et exsultate, la santità a cui tutti siamo chiamati si può vedere «nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere».