C’è chi è nato a Lecco, ha imparato a parlare con la cadenza lombarda, gioca a calcio sul campetto dell’oratorio e sogna, un giorno, di diventare medico o insegnante. Eppure, sulla carta, non è “italiano”.
Per questi bambini e ragazzi il Comune di Lecco ha scelto di dire un “sì” simbolico ma profondo: quello della cittadinanza civica, che nel 2025 verrà conferita ai minorenni nati in Italia e residenti in città, pur senza cittadinanza italiana.

Un gesto dal valore fortemente educativo e umano, pensato per riconoscere chi vive, cresce e partecipa alla comunità come un cittadino di fatto, anche se la legge ancora non lo considera tale.

L’iniziativa nasce nel solco del regolamento comunale del 2014 e sarà realizzata in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ricorre ogni 20 novembre.
Le famiglie potranno presentare domanda entro il 10 novembre 2025, direttamente allo sportello comunale di piazza Diaz o via mail all’indirizzo partecipa@comune.lecco.it.

Chi riceverà la cittadinanza civica otterrà un attestato simbolico che resterà valido fino al momento in cui il ragazzo o la ragazza conseguirà la cittadinanza italiana. Non è un documento legale, ma una dichiarazione d’intenti: “tu appartieni a questa città, ne sei parte viva”. Il progetto – spiega il Comune – vuole rafforzare il senso di appartenenza e responsabilità civica tra i giovani, promuovendo i valori della Costituzione e della convivenza democratica. È un modo per dire che la cittadinanza non è solo un fatto di sangue, ma anche di vita condivisa, di strade percorse insieme, di scuola e amicizia.

In un tempo in cui il dibattito su ius soli e ius culturae si riaccende periodicamente senza trovare una soluzione, il gesto di Lecco rappresenta una risposta locale, concreta, fatta di volti e di relazioni.
Piccoli segni che parlano più delle grandi leggi ferme in Parlamento.

Dal simbolo al percorso

L’amministrazione lecchese, inoltre, affiancherà l’iniziativa con percorsi formativi e incontri pubblici dedicati alla cittadinanza attiva e alla partecipazione. L’obiettivo è che il conferimento non resti un atto isolato, ma diventi un percorso educativo condiviso tra scuole, famiglie e associazioni del territorio. Un modo per rendere reale quel principio che Papa Francesco spesso ricorda: “L’inclusione comincia dal riconoscimento”. Riconoscere i più piccoli, anche solo con un gesto simbolico, significa costruire una comunità più umana e più giusta.