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Scrivo per raccontarvi di mia suocera, che secondo me ha un solo scopo nella vita: rovinare quella degli altri. O meglio: far sentire tutti in colpa, soprattutto se ridono e scherzano, per non parlare di quando qualcuno dice «stiamo proprio bene», che soprattutto qui in vacanza succede... Non capisco perché fa così. Forse perché sta proprio invecchiando, anche se mia moglie dice che è sempre stata così mentre suo padre, e me lo ricordo anche io, era quasi sempre allegro e se c’era qualcosa che non andava, se lo teneva per sé e non ti parlava come se fosse colpa sua! Invece lei fa sempre l’elenco delle cose che non vanno e non parliamo questa estate con tutte le cose terribili che sono successe... Noi abbiamo due figli di 5 e 8 anni e mi chiedo se non le spiaccia essere ricordata così.
— Caro Salvatore, ho dovuto tagliare il tuo sfogo, ma credo di potermi figurare di che tipo di persona stai parlando. Anche se non la conosco, mi sembra di vederla e per questa ragione azzardo qualche motivazione che la possa spingere a comportarsi in un modo che – lasciami indovinare – non riconoscerebbe come il proprio anche se leggesse questa rubrica! Ci sarebbero due tipologie da distinguere fra cui forse potrai identificare la mamma di tua moglie. La prima è quella delle persone che, magari per superstizione, non vogliono mai dire che le cose vanno bene “per non svegliare” la sorte. Fra noi cattolici, però, è più diffuso l’atteggiamento di chi si sente in colpa rispetto a chi non sta bene, e, per una strana reazione, cerca di liberarsi facendo sentire in colpa quelli che gli stanno attorno, come mi sembra di capire che faccia tua suocera, anche rispetto ai drammi terribili di questi mesi. Ma il fatto è che, soprattutto con i bambini, questo atteggiamento è solo distruttivo, mentre bisognerebbe impegnarsi a far capire che nella vita c’è tutto, il male e il bene, e bisogna imparare a combattere il primo e godersi il secondo, vivendo con partecipazione e consapevolezza tutto quel che viene, imparando a conoscersi e correggersi. Possibilmente in tempo per diventare adulti e sicuramente prima di trovarsi vecchi.
SALVATORE
— Caro Salvatore, ho dovuto tagliare il tuo sfogo, ma credo di potermi figurare di che tipo di persona stai parlando. Anche se non la conosco, mi sembra di vederla e per questa ragione azzardo qualche motivazione che la possa spingere a comportarsi in un modo che – lasciami indovinare – non riconoscerebbe come il proprio anche se leggesse questa rubrica! Ci sarebbero due tipologie da distinguere fra cui forse potrai identificare la mamma di tua moglie. La prima è quella delle persone che, magari per superstizione, non vogliono mai dire che le cose vanno bene “per non svegliare” la sorte. Fra noi cattolici, però, è più diffuso l’atteggiamento di chi si sente in colpa rispetto a chi non sta bene, e, per una strana reazione, cerca di liberarsi facendo sentire in colpa quelli che gli stanno attorno, come mi sembra di capire che faccia tua suocera, anche rispetto ai drammi terribili di questi mesi. Ma il fatto è che, soprattutto con i bambini, questo atteggiamento è solo distruttivo, mentre bisognerebbe impegnarsi a far capire che nella vita c’è tutto, il male e il bene, e bisogna imparare a combattere il primo e godersi il secondo, vivendo con partecipazione e consapevolezza tutto quel che viene, imparando a conoscersi e correggersi. Possibilmente in tempo per diventare adulti e sicuramente prima di trovarsi vecchi.



