E' stata firmata il 25 ottobre 2007 a Lanzarote (l'isola nord-orientale delle Canarie) ma finora solo 5 Stati l'hanno ratificata: si tratta della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, la nuova frontiera giuridica della tutela dei nostri bambini contro tutti i rischi, purtroppo sempre più numerosi, che minacciano la loro salute fisica e mentale. L'adozione della Convenzione rientra nell’ambito del Programma triennale del Consiglio d'Europa "Costruire un'Europa per e con i bambini".
Solo i parlamenti nazionali di Albania, Danimarca, Grecia, Olanda e San Marino si sono prodigati per far entrare in vigore la Convenzione che, come recita l'art. 45, entra in vigore tre mesi dopo il deposito del 5° strumento di ratifica da parte di altrettanti Stati, di cui almeno tre appartenenti al Consiglio d'Europa, promotore dell'iniziativa.
Molte le iniziative e gli sforzi che gli Stati dovranno mettere in campo per assicurare, secondo l'articolata rete di protezione prevista dalla Convenzione, la tutela dei minori. Si va dall'obbligo di prevenzione (formazione per tutto il personale che, per i più diversi motivi, lavora con loro; informazione ai minori sui rischi che corrono ordinariamente nella loro vita, per esempio quando accedono a Internet; azione dei media per sensibilizzare l'opinione pubblica; realizzazione di "carte" di autoregolamentazione per i gestori di attività turistiche e di informazione; creazione di servizi di informazione, ad esempio linee telefoniche dedicate e accessibili facilmente ai minori e siti per fornire loro direttamente consigli e assistenza), all'obbligo di punizione per i colpevoli (condanne penali per chi si macchia di abuso sessuale diretto, di pedopornografia, di prostituzione minorile e in generale di corruzione di minore anche attraverso Internet attraverso la tecnica chiamata "grooming"), a quello, infine, di assistenza e tutela delle vittime (autorità specializzate; data base; programmi di recupero psicologico; segretezza, durante i procedimenti giudiziari, della loro identità e vita privata) e separazione e cura dei pedofili (obbligo di sottoporsi a programmi di cura, dentro e fuori del carcere; programmi di intervento per prevenire il rischio di abusi di soggetti già resisi colpevoli di tali reati o potenzialmente a rischio di commetterli).
Si attende, ovviamente, che gli altri Stati (47 in tutto tra membri e non membri del Consiglio d'Europa, oltre a quelli naturalmente che già hanno ratificato), procedano quanto prima a far entrare in vigore la Convenzione anche nei loro territori. In Italia, lo ricordiamo, la Legge 6 febbraio 2006, n. 38 (che ha modificato la precedente Legge 3 agosto 1998, n. 269), prevede già un'ampia tutela a favore di minori. Le associazioni che si occupano di loro, anche a livello internazionale, tra cui Terres des hommes, auspicano che lo Stato italiano acceda presto al trattato per permettere di integrare la nostra normativa con le più ampie tutele che derivano dalla Convenzione per il bene dei nostri bambini e ragazzi.
Solo i parlamenti nazionali di Albania, Danimarca, Grecia, Olanda e San Marino si sono prodigati per far entrare in vigore la Convenzione che, come recita l'art. 45, entra in vigore tre mesi dopo il deposito del 5° strumento di ratifica da parte di altrettanti Stati, di cui almeno tre appartenenti al Consiglio d'Europa, promotore dell'iniziativa.
Molte le iniziative e gli sforzi che gli Stati dovranno mettere in campo per assicurare, secondo l'articolata rete di protezione prevista dalla Convenzione, la tutela dei minori. Si va dall'obbligo di prevenzione (formazione per tutto il personale che, per i più diversi motivi, lavora con loro; informazione ai minori sui rischi che corrono ordinariamente nella loro vita, per esempio quando accedono a Internet; azione dei media per sensibilizzare l'opinione pubblica; realizzazione di "carte" di autoregolamentazione per i gestori di attività turistiche e di informazione; creazione di servizi di informazione, ad esempio linee telefoniche dedicate e accessibili facilmente ai minori e siti per fornire loro direttamente consigli e assistenza), all'obbligo di punizione per i colpevoli (condanne penali per chi si macchia di abuso sessuale diretto, di pedopornografia, di prostituzione minorile e in generale di corruzione di minore anche attraverso Internet attraverso la tecnica chiamata "grooming"), a quello, infine, di assistenza e tutela delle vittime (autorità specializzate; data base; programmi di recupero psicologico; segretezza, durante i procedimenti giudiziari, della loro identità e vita privata) e separazione e cura dei pedofili (obbligo di sottoporsi a programmi di cura, dentro e fuori del carcere; programmi di intervento per prevenire il rischio di abusi di soggetti già resisi colpevoli di tali reati o potenzialmente a rischio di commetterli).
Si attende, ovviamente, che gli altri Stati (47 in tutto tra membri e non membri del Consiglio d'Europa, oltre a quelli naturalmente che già hanno ratificato), procedano quanto prima a far entrare in vigore la Convenzione anche nei loro territori. In Italia, lo ricordiamo, la Legge 6 febbraio 2006, n. 38 (che ha modificato la precedente Legge 3 agosto 1998, n. 269), prevede già un'ampia tutela a favore di minori. Le associazioni che si occupano di loro, anche a livello internazionale, tra cui Terres des hommes, auspicano che lo Stato italiano acceda presto al trattato per permettere di integrare la nostra normativa con le più ampie tutele che derivano dalla Convenzione per il bene dei nostri bambini e ragazzi.


