Figli e basta: sta per essere votato alla Camera il progetto di legge che mira a stabilire la piena equiparazione tra figli legittimi, cioè nati da coppie sposate, e figli naturali, nati da coppie non sposate.

La condizione dei figli naturali, per il diritto, è ancora profondamente diversa rispetto a quella dei legittimi. Un esempio su tutti: i figli naturali hanno solo i genitori che li hanno riconosciuti e i nonni, ma per la legge non hanno zii e zie e nemmeno cugini, con profonde ricadute sulla possibilità della famiglia di tutelarli, in caso di scomparsa o impossibilità dei genitori, o sul diritto successorio.

Ad esempio: se un figlio naturale si trova in ospedale, solo genitori, o in mancanza i nonni o un curatore possono prendere decisioni sulle sue cure. In mancanza di testamento, i fratelli e le sorelle naturali si trovano al penultimo posto nella successione legittima, dopo tutti gli altri parenti (legittimi) fino al sesto grado e appena prima dello Stato. Ancora, nel caso di separazione dei genitori, la competenza per l’affidamento dei figli naturali è attribuita al Tribunale per i Minorenni e non al Tribunale ordinario come avviene per i figli di coppie sposate. “I figli naturali si trovano immediatamente affidati a un giudice “del dolore”, quasi fossero portatori di qualche disvalore.

E, a differenza degli altri, su di loro possono partire indagini dei servizi e consulenze psicologiche”, spiega l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani. “La legge in via d’approvazione a Montecitorio supera questa situazione di grande ingiustizia e rende uguali di fronte alla legge tutti i minori - legittimi, naturali, adottivi - riconoscendoli pienamente come componenti di una famiglia”. 


Sono almeno tre i passaggi fondamentali del progetto di legge, intitolato “Modifiche al codice civile in materia di riconoscimento e successione ereditaria dei figli naturali” (AC 2519-B), assegnato alla Commissione Giustizia della Camera in seconda lettura, dopo una profonda revisione effettuata dal Senato.

Il primo è terminologico (e dunque anche culturale): ci sarà un solo status, quello di figlio. Ancora, il testo prevede una delega al Governo per la modifica delle norme in vigore, per eliminare ogni discriminazione residua tra figli legittimi, naturali e adottivi. Il terzo passaggio ridefinisce le competenze fra tribunali ordinari e tribunali dei minorenni in materia di procedimenti di affidamento e mantenimento dei figli dettando, inoltre, disposizioni a garanzia del diritto dei figli agli alimenti e al mantenimento.

Il Senato ha infatti attribuito al tribunale ordinario - al posto del tribunale per i minorenni - un'ampia serie di controversie: dal riconoscimento dei figli naturali all'affidamento del figlio naturale ed al suo inserimento nella famiglia legittima; l’assunzione del cognome del minore; l’autorizzazione all’impugnazione del riconoscimento del figlio naturale; tutte le decisioni nell’interesse del figlio in caso di contrasto tra i genitori; l’esercizio della potestà dei genitori; la dichiarazione giudiziale di paternità o maternità.
L’art. 30, primo comma, della Costituzione sancisce il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, «anche se nati fuori del matrimonio». Con la riforma del diritto di famiglia del 1975 il legislatore ha dato attuazione al dettato costituzionale avvicinando quanto più possibile la posizione giuridica dei figli naturali a quella dei figli legittimi. Peraltro, differenze tuttora sono rimaste, in particolare, sotto il profilo dei rapporti di parentela.

Già nel 1994, decidendo su una questione di diritto successorio, la Corte Costituzionale aveva rivolto al legislatore un preciso invito a rivedere la disciplina della successione del figlio naturale «a distanza di molti anni dalla riforma del diritto di famiglia e in presenza di un notevole incremento dei rapporti familiari di fatto».

L’ultimo Rapporto sulla Coesione Sociale dell’Istat, datato 2011, mostra la fotografia impietosa di un trend decrescente di matrimoni (230.613 nel 2009 contro i 247.740 nel 2008) e di nascite (561.944 bambini nati nel 2010 contro 568.857 nati nel 2009). Di questi un bambino su 5, poco più di 100mila, nasce fuori dal matrimonio.