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Sgrunt, snort, squack e squaraquack! Niente era più liberatorio, da bambini, che immedesimarsi nel papero più irascibile, iellato, avventuroso suo malgrado - in quanto pigro naturale - del mondo dei fumetti, e strepitare assieme a lui in modo inconsulto quanto innocuo, nel magico momento in cui la sfortuna, le incapacità, la cattiveria altrui e il caso s’univano, accanendosi su quelle piume. In quei momenti saltavano tutti i parametri logici: l’amaca si ribaltava, l’improbabile 313 volava capottando, la torta di nonna Papera cadeva a terra e le frittelle al forno bruciavano.
Meraviglioso, adorabile, caro Paperino! Per noi italiani era addirittura Paolino Paperino, perché l’autarchia era spacciata per dote, e molto del mondo poteva essere censurato ma non quel papero di successo! Paperino, Donald Duck all’anagrafe, fu invenzione più fantasiosa e spettacolare di Topolino, sempre provenendo dalla mente geniale di Walt Disney. Il quale ideò il personaggio e pensò inizialmente che potesse fungere da spalla a Topolino. Spalla? Pfui, direbbe lui, con faccia torva e offesa.
Eh sì, coi paperi il divertimento è senza fine. Paperino, generoso e infervorato quanto totalmente inadatto sia alle cose pratiche sia agli intellettualismi, è l’antieroe che diventa leggenda. E forse proprio perché dalla prima pagina di una sua qualsiasi avventura già immaginiamo che quel papero sarà catastroficamente perdente, insistiamo a volergli così bene. E nelle rare occasioni in cui arriva un inaspettato lieto fine, quasi ne siamo dispiaciuti, anche se poi dobbiamo ammettere che una pausa dagli assalti della sfortuna ci vuole, ogni tanto.
Per capire quanto geniale sia stata l’invenzione di Paperino, basterebbe pensare al suo omologo contrario, a quell’antipatico di Gastone. Ecco, se c’è un personaggio che un disegnatore sa già in partenza che verrà quasi odiato dal pubblico, questo è Gastone. E, dunque, l’ideatore dovrebbe astenersi dal renderlo protagonista. Invece qui sta la forza di Paperino, capace in modo inconsapevole di rendere coprotagonisti tutti, buoni e cattivi, belli e brutti, purché attorno a lui. Gastone, sì, può esistere. Anzi, è bene accetto da chi ama Paperino, perché questo alter ego, senza il vero idolo di Paperopoli, non avrebbe senso ma con lui, con il papero dei paperi, allora rifulge persino di una certa importanza, sgrunt!
Eppure, Paperino in America non ha lo stesso successo che ha da noi. Lui è tutto il contrario dei suoi connazionali. È nato giusto il 9 giugno di 80 anni fa, nel 1934. Ma gli americani non hanno mai amato come noi italiani Paperopoli e quella banda di pazzi paperi squinternati che circondano Paperino. Gli Usa hanno bisogno di altri eroi. Noi italiani abbiamo saputo sostituire la povertà con un benessere dalla forma sempre troppo fragile, momentanea, caduca, proprio come Paperino quando sembra aver trovato il bandolo di non si sa bene quale aggrovigliata matassa. Loro, invece, forti, ricchi, padroni del mondo, hanno sublimato i loro sogni con supereroi invincibili, indistruttibili, poco terreni, sempiterni e quindi, al dunque, totalmente falsi. Inesistenti più di un papero che parla, anzi sbraita.
Perché, diciamolo chiaramente agli americani: Paperopoli esiste, con Paperino e zio Paperone, Gastone e nonna Papera, Qui, Quo, Qua e Paperina, Ciccio e Paperoga, Rockerduck e Archimede Pitagorico, più tutti gli altri imperdibili personaggi della saga infinita dei paperi, mentre la kriptonite no, quella non esiste. E, per favore, non fate rumore: il papero sta dormendo sull’amaca sognando frittelle. Per lo meno, fino a quando i tre terribili nipotini non lo sveglieranno, scatenando un terribile squaraquack!!!
Meraviglioso, adorabile, caro Paperino! Per noi italiani era addirittura Paolino Paperino, perché l’autarchia era spacciata per dote, e molto del mondo poteva essere censurato ma non quel papero di successo! Paperino, Donald Duck all’anagrafe, fu invenzione più fantasiosa e spettacolare di Topolino, sempre provenendo dalla mente geniale di Walt Disney. Il quale ideò il personaggio e pensò inizialmente che potesse fungere da spalla a Topolino. Spalla? Pfui, direbbe lui, con faccia torva e offesa.
Eh sì, coi paperi il divertimento è senza fine. Paperino, generoso e infervorato quanto totalmente inadatto sia alle cose pratiche sia agli intellettualismi, è l’antieroe che diventa leggenda. E forse proprio perché dalla prima pagina di una sua qualsiasi avventura già immaginiamo che quel papero sarà catastroficamente perdente, insistiamo a volergli così bene. E nelle rare occasioni in cui arriva un inaspettato lieto fine, quasi ne siamo dispiaciuti, anche se poi dobbiamo ammettere che una pausa dagli assalti della sfortuna ci vuole, ogni tanto.
Per capire quanto geniale sia stata l’invenzione di Paperino, basterebbe pensare al suo omologo contrario, a quell’antipatico di Gastone. Ecco, se c’è un personaggio che un disegnatore sa già in partenza che verrà quasi odiato dal pubblico, questo è Gastone. E, dunque, l’ideatore dovrebbe astenersi dal renderlo protagonista. Invece qui sta la forza di Paperino, capace in modo inconsapevole di rendere coprotagonisti tutti, buoni e cattivi, belli e brutti, purché attorno a lui. Gastone, sì, può esistere. Anzi, è bene accetto da chi ama Paperino, perché questo alter ego, senza il vero idolo di Paperopoli, non avrebbe senso ma con lui, con il papero dei paperi, allora rifulge persino di una certa importanza, sgrunt!
Eppure, Paperino in America non ha lo stesso successo che ha da noi. Lui è tutto il contrario dei suoi connazionali. È nato giusto il 9 giugno di 80 anni fa, nel 1934. Ma gli americani non hanno mai amato come noi italiani Paperopoli e quella banda di pazzi paperi squinternati che circondano Paperino. Gli Usa hanno bisogno di altri eroi. Noi italiani abbiamo saputo sostituire la povertà con un benessere dalla forma sempre troppo fragile, momentanea, caduca, proprio come Paperino quando sembra aver trovato il bandolo di non si sa bene quale aggrovigliata matassa. Loro, invece, forti, ricchi, padroni del mondo, hanno sublimato i loro sogni con supereroi invincibili, indistruttibili, poco terreni, sempiterni e quindi, al dunque, totalmente falsi. Inesistenti più di un papero che parla, anzi sbraita.
Perché, diciamolo chiaramente agli americani: Paperopoli esiste, con Paperino e zio Paperone, Gastone e nonna Papera, Qui, Quo, Qua e Paperina, Ciccio e Paperoga, Rockerduck e Archimede Pitagorico, più tutti gli altri imperdibili personaggi della saga infinita dei paperi, mentre la kriptonite no, quella non esiste. E, per favore, non fate rumore: il papero sta dormendo sull’amaca sognando frittelle. Per lo meno, fino a quando i tre terribili nipotini non lo sveglieranno, scatenando un terribile squaraquack!!!



